Non si ferma la corsa del titolo a As Roma in borsa. L’azione del club giallorosso ha guadagnato ieri il 22,4% sulla scia della strepitosa partenza in campionato della squadra guidata dal tecnico francese Rudi Garcia. Il titolo, che nell’ultimo mese ha guadagnato oltre il 66%, ha così chiuso la seduta a 0,98 euro, arrivando a un passo da quota 1 euro e risultando la seconda migliore azione su tutto il listino della borsa milanese. Il titolo della società capitolina non vedeva questi prezzi dai primi mesi del 2011, ai tempi della trattativa tra la cordata americana, allora guidata da Thomas Dibenedetto, la famiglia Sensi e UniCredit.
Il rally del titolo As Roma, oggi controllata dall’uomo d’affari americano James Pallotta assieme ad Unicredit, non è giustificata da ragioni di natura fondamentale, considerato che il bilancio al 30 giugno 2013, pubblicato nei giorni scorsi, pur mostrando timidi segnali di miglioramento, ha evidenziato comunque una perdita netta di gruppo di 40 milioni e una crescita dell’indebitamento finanziario netto ad 88,5 milioni dai 54,7 milioni del 30 giugno 2012. E anche per l’esercizio in corso, nonostante le importanti plusvalenze realizzate nella sessione estiva del calciomercato, la società prevede di chiudere ancora in rosso, a causa della mancata partecipazione alle coppe europee.

Al di là dell’euforia per i brillanti risultati conseguiti da Totti e compagni nelle prime sette giornate di campionato, e della buona intonazione di Piazza Affari, che nell’ultimo mese ha messo a segno un rialzo superiore all’8%, non è escluso che qualcuno sul mercato stia scommettendo su un possibile delisting della società, attraverso un’opa da parte del socio di maggioranza Neep Roma Holding. L’uscita dalla borsa rappresenta uno degli obiettivi della proprietà americana, ma sembra difficile, almeno in questa fase che il delisting possa avvenire attraverso un’offerta sul flottante.
Considerato che la società ha pendente un aumento di capitale (il cda ha già una delega per emettere nuove azioni fino ad un massimo di 80 milioni di euro), è possibile che l’eventuale delisting possa avvenire proprio nell’ambito della ricapitalizzazione. Molto dipenderà dal prezzo di emissione delle nuove azioni, ma appare difficile che il mercato possa seguire in massa l’aumento, consentendo a Neep, che oggi è al 78% del capitale, di salire sopra la soglia oltre la quale è possibile chiedere l’uscita dalla borsa.