Exor, nel 2017 utile da 1,39 miliardi di euro per la holding degli Agnelli

Exor ha chiuso l’esercizio 2017 con un utile netto di 1,39 miliardi di euro, in forte crescita (+136%) rispetto ai 588 milioni del 2016, grazie alla spinta di Fca,…

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Exor ha chiuso l’esercizio 2017 con un utile netto di 1,39 miliardi di euro, in forte crescita (+136%) rispetto ai 588 milioni del 2016, grazie alla spinta di Fca, che ha contribuito per oltre 1 miliardo ai risultati. Lo comunica la holding della famiglia Agnelli in una nota. La cedola viene confermata a 0,35 euro per azione, con un monte dividendi di 82,3 milioni. Il net asset value, il valore degli asset al netto del debito, aumenta 8,33 miliardi, a 22,97 miliardi di euro.

L’aumento di 803,4 milioni registrato dall’utile nel 2017 è per 562,7 milioni attribuibile alla quota di profitti derivante a Exor dai suoi investimenti, per 90,3 milioni all’aumento dei proventi finanziari netti (principalmente dovuto alla riduzione delle spese finanziarie e alla plusvalenza dovuta legata alla vendita del fondo ‘The Black Ant Value Fund’), per 63,1 milioni alla riduzione di spese non ricorrenti e ad altre variazioni positive per 87,3 milioni. La quota di utile di pertinenza di Exor per i suoi investimenti è salita dagli 885,7 milioni del 2016 a 1.448,4 milioni.

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Svetta il contributo di Fca, aumentato da 531,1 a 1.017 milioni, ma migliora tutta la galassia ‘automative’, con Cnh che pesa per 110,2 milioni di dollari (+78,7 milioni rispetto al 2016) e Ferrari per 125,9 milioni (+32,1 milioni). Allo stesso tempo Exor ha ridotto il debito, frutto dell’acquisizione del riassicuratore Partner Re, da 3,42 a 3,16 miliardi. Il patrimonio netto si mantiene sostanzialmente stabile a 10,8 miliardi. Il cda ha proposto all’assemblea il rinnovo della delega all’acquisto di azioni proprie per un impegno massimo di 500 milioni di euro e per un periodo di 18 mesi.

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John Elkann (Insidefoto)

Il cda di Exor ha inoltre cooptato come consigliere indipendente non esecutivo Joseph Bae, co-presidente e co-coo (chief operating officer) del colosso del private equity Kkr, in cui lavora dal 1996. Allo stesso tempo, si legge in una nota della holding della famiglia Agnelli, hanno rassegnato le dimissioni i consiglieri Niccolò Camerana, Lupo Rattazzi, Robert Speyer, Mike Volpi and Ruth Wertheimer, con effetto dalla prossima assemblea del 29 maggio. Il board, si legge nel comunicato, manterrà una maggioranza di consiglieri indipendenti.