Il capo della polizia fa i conti al calcio: "Vale 3,7mld, ma è nel mirino della 'ndrangheta"

Il giro d’affari del pallone italiano nel 2015 ha toccato quota 3,7 miliardi di euro, una cifra “rilevantissima”. A snocciolare i numeri in commissione Antimafia è il capo della Polizia,…

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Il giro d’affari del pallone italiano nel 2015 ha toccato quota 3,7 miliardi di euro, una cifra “rilevantissima”. A snocciolare i numeri in commissione Antimafia è il capo della Polizia, Franco Gabrielli, che nel corso del suo colloquio con i parlamentari mette in guardia il sistema-pallone: “Da oltre 15 anni c’è la consapevolezza che l’industria del football nazionale è esposta a ingerenze di delinquenza comune e organizzata”. E a smuovere i criminali, secondo Gabrielli, sono proprio i soldi che ruotano attorno al calcio: “Il crimine intravede nella goal economy occasione per ampliare traffici illeciti e insinuarsi in modo pervasivo nel tessuto sociale”.

Insomma, la situazione è ingarbugliata. Secondo le cifre riportate oggi da Gabrielli, il monte ricavi del pallone italiano è “polarizzato per il 70% sul segmento delle 102 società di calcio professionistico, mentre il settore dilettantistico produce il 24% dei ricavi, pari a 913 milioni di euro”. A tutto questo, però, si devono aggiungere “i ricavi per le scommesse” che hanno “crescente rilevanza: la raccolta di giochi pubblici ha superato 88 miliardi nel 2015. E circa il 90% delle società professionistiche ha un rapporto di sponsorizzazione con questo settore”.

Ed è qui, secondo Gabrielli, che si sono rafforzati gli “interessi della criminalità comune e delle mafie”. Del resto, ha ricordato, “da oltre 15 anni c’è la consapevolezza che l’industria del football nazionale è esposta a ingerenze di delinquenza comune e organizzata. Sono documentati casi di contiguità e intrecci con ambienti malavitosi in cui sono coinvolte società sportive, calciatori e indotto del calcio”.

Fra le organizzazioni criminali più attive in questi tentativi di infiltrazioni, ha poi precisato Gabrielli, c’è la ‘ndrangheta, seguita dalla Camorra. “Fin dagli anni 80 della mafia calabrese interessata a società di calcio, in particolare nel reggino”. Secondo il capo della polizia, in passato già prefetto di Roma che ha chiuso le curve dell’Olimpico, “le ‘ndrine rivolgono l’attenzione soprattutto verso il calcio minore” ma il perdurante interesse della ndrangheta verso squadre locali “è testimoniata anche di recente”, ha aggiunto Gabrielli. Da parte di Cosa Nostra, invece, c’è una “attenzione meno strutturata” al calcio anche se non sono mancati casi di affiliati interessati ad infiltrarsi.