Chi è e come opera Elliott, il fondo che ha finanziato Yonghong Li: Milan in pegno

Elliott Management Corporation, è questo il nome della società di gestione del fondo di investimento che ha prestato all’uomo d’affari cinese Yonghong Li i capitali necessari per procedere all’acquisto da Fininvest del…

AC Milan Logo (Insidefoto.com)
Lo stemma del Milan (Foto: Insidefoto.com)

Elliott Management Corporation, è questo il nome della società di gestione del fondo di investimento che ha prestato all’uomo d’affari cinese Yonghong Li i capitali necessari per procedere all’acquisto da Fininvest del 99,9% del Milan entro il prossimo 14 aprile.

Il fondo gestito da Elliott Management, dunque, non diventerà socio del club rossonero. Ha solo messo a disposizione di Yonghong Li i capitali (si parla di 250 milioni) che ancora mancavano per onorare gli impegni con Fininvest e procedere al closing sul Milan. Tecnicamente si chiama “prestito ponte”.

Yonghong Li è convinto infatti che il governo di Pechino prima o poi scongeli i fondi che — a suo dire — erano già stati raccolti in Cina, per essere poi bloccati dopo l’estate dalle norme più restrittive per l’espatrio di capitali. Quando potranno lasciare il Paese, promette di restituire il prestito al fondo di Elliott Management.

Ma chi è come opera Elliott Management Corporation?

La società di gestione del fondo che ha prestato a Yonghong Li le risorse per completare il closing è stata fondata nel 1977 dal finanziere americano Paul Singer (73 anni il prossimo 22 agosto e un patrimonio personale di 2,3 miliardi di dollari secondo Forbes) ed è oggi uno delle principali società di gestione di hedge fund con asset in gestione per 31 miliardi di dollari.

Padre farmacista e madre casalinga, Singer è uno che si è fatto da solo. E la fama l’ha costruita accorrendo al fascino rischioso dei debiti distressed. Anche se la missione non è affatto di salvataggio, bensì una scommessa per guadagnare, con le buone del negoziato o le cattive dei ricorsi in tribunale.

Il fondatore di Elliott Management Corporation (Elliott è il suo secondo nome) solitamente compra debito ultra-scontato, di aziende e non solo di nazioni, per rivenderlo con profitto oppure ricorrere in tribunale e chiederne il risarcimento. Senza guardare in faccia a nessuno.

Le avventure sul debito sovrano sono cominciate nel 1996. Elliott Management Corporation acquista bond in default del Perù per 11,4 milioni di dollari. L’obiettivo fin da subito è uno soltanto: rivolgersi alla magistratura. Nel 1998 perde in primo grado, il giudice boccia il suo intento apertamente speculativo, ma due anni dopo in appello vince un risarcimento da 58 milioni.

La strada è segnata: negli anni successivi ottiene il pagamento di 127 milioni dal Congo per investimento originale da 10 milioni con il quale aveva rilevato un debito, sulla carta, da 400 milioni. In mezzo non mancano operazioni aziendali: è coinvolto in operazioni di ristrutturazione, da Chrysler a Delphi. E batte il rivale John Paulson in un duello per conquistare due miliardi di dollari di crediti nei confronti della fallita Lehman Brothers.

Ma il vero “casus belli” è quello ora esploso sul debito dell’Argentina. Nel 2002 il Paese dichiara default su quasi cento miliardi in debito estero: NML Capital, una divisione di Elliott Management Corporation che ha investito 182 milioni in bond al collasso, rifiuta ripetutamente le offerte di ristrutturazione accettate invece da gran parte dei creditori e pari a 30 centesimi per dollaro. Valuta il suo investimento fino a 2,3 miliardi.

Lo scontro si fa sempre più duro: a ottobre 2012 NML ottiene il temporaneo sequestro di una nave scuola militare argentina in Ghana. Fino a vincere la causa presso la corte federale a New York, che impone all’Argentina il risarcimento per intero dei creditori ribelli vuole pagare gli interessi sui titoli ristrutturati. Elliott Management Corporation avrebbe cioè diritto a circa 1,5 miliardi, un profitto che Buenos Aires calcola nel 1.600 per cento.
Il rifiuto argentino provoca il secondo default del Paese in 13 anni, tuttora irrisolto.

Le operazioni di Elliott Management Corporation in Italia

Tra gli investimenti di Elliott Management Corporation in Italia vanno annoverati quelli realizzati nei primi anni 2000 in Fondiaria e Telecom Italia da parte del fondo Liverpool, un hedge fund con base nel Regno Unito e gestito dal figlio di Paul Singer, Gordon.

In questi casi il fondo di Elliott Management Corporation non acquista debito ma azioni di società quotate con una logica “attivista”. Sia su Fondiaria si su Telecom il fondo Liverpool va all’attacco mettendosi di traverso su operazioni straordinarie ritenute svantaggiose per il mercato e gli azionisti di minoranza e dando vita a lunghe battaglie legali.

Un anno fa i fondi di Elliott Management Corporation entrano nel capitale di Ansaldo Sts, società genovese il cui controllo è passato da Finmeccanica (oggi Leonardo) al colosso giapponese Hitachi. Elliott rastrella azioni in borsa arrivando progressivamente ad una partecipazione potenziale di circa il 30% dando vita ad un braccio di ferro sulla governance della società con il management espressione dell’azionista giapponese tuttora in corso.

Il finanziamento di Elliott Management a Yonghong Li

Secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore il fondo gestito da Elliott Management avrebbe messo a disposizione di Yonghong Li la somma di 320 milioni.

Elliott Management, attraverso il fondo, fornirà 123 milioni per il Milan (di cui 73 milioni andranno a sostituire il vendor loan di Fininvest) e 50 milioni saranno nuova finanza per la campagna acquisti del club.

Ma il fondo di Elliott Management – sottolinea Il Sole 24 Ore – dovrebbe finanziare anche direttamente i veicoli di Yonghong Li, cioè fornirà strumenti a debito per l’operazione di acquisizione del club, con poco meno di 200 milioni.

Quindi complessivamente Elliott dovrebbe fornire circa 320 milioni di euro tra nuova finanza per la società operativa e la società veicolo. Questi soldi, nell’accordo, dovranno essere restituiti da Yonghong Li nel momento in cui entreranno altri fondi: in caso contrario Elliott Management si potrà rivalere su beni posseduti da Yonghong Li, con il Milan stesso utilizzato come pegno. I tassi pagati da Li saranno superiori al 10 per cento. L’operazione di Elliott verrà realizzata da una scatola lussemburghese di nuova costituzione, cioè RedBlack Sarl.