A 10 anni dalla morte George Best rimane uno dei top brand irlandesi

A 10 anni dalla morte George Best rimane uno dei top brand dell’Irlanda del Nord e non solo. Forse il destino di George Best è quello di diventare un’icona che…

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A 10 anni dalla morte George Best rimane uno dei top brand dell’Irlanda del Nord e non solo. Forse il destino di George Best è quello di diventare un’icona che nemmeno il tempo può cancellare. Una sorta di Che Guevara del calcio la cui immagine verrà legata a merchandising di ogni tipo, con un successo destinato a crescere nel tempo.

Nonostante una vita tutt’altro che esemplare e un triste finale a soli 59 anni, con una frase struggente e solitaria: “Non morite come me”, Best – morto il 25 novembre 2005, esattamente 10 anni fa – è stato certamente un precursore del calciatore moderno noto non solo per le prodezze in campo e le vicende fuori dal campo ma anche per lo stile, il modo di vestire e di atteggiarsi, la capacità di essere trendy a prescindere.

Una ricerca del Belfast Telegraph lo ha incluso tra i 50 brand di maggior valore del suo Paese, precisamente al dodicesimo posto. Il tutto nonostante la totale incapacità di gestione del proprio valore (parliamo qui dell’aspetto economico più che del talento calcistico) in una iperbole degli eccessi che ha tratteggiato i momenti della sua vita.

Non solo: Best è tra gli ex calciatori quello che più rende in termini di ricavi al Manchester United, uno dei tre club al mondo nei primi posti della classifica del fatturato relativo al merchandising. A fine carriera Best giocò negli Usa e le maglie da lui vestite sono sempre negli stock degli store online dedicati alle vintage shirt del calcio, anche se del periodo americano non si ricordano le giocate in campo quanto – più che altro – una frase delle tante che hanno costellato la sua carriera: “Quando giocavo negli Stati Uniti abitavo in una casa sul mare, ma non sono mai riuscito a farmi una nuotata: lungo il tragitto c’era un bar””

Belfast e Manchester sono state le due città più importanti della sua vita. Nella prima è nato il 22 maggio del 1946, nella seconda si è trasferito a soli 15 anni per giocare con il Manchester United che lo farà esordire a 17 anni in prima squadra ed a fine carriera lo immortalerà all’esterno dello stadio nella famosa Manchester United Trinity (George Best, Bobby Charlton, Dennis Law): la statua più fotografata dell’intero calcio inglese.

 

Nella Manchester di fine anni ’60 Best è stato un uomo simbolo, non a caso oggi raffigurato anche nel mosaico all’esterno di Affleck (un grande store-contenitore con diverse attività indipendenti al suo interno dedicato al vintage e alle culture underground) nella sezione dedicata al calcio in cui lui e Eric Cantona sono gli uomini simbolo del Manchester United così come Colin Bell e Francis Lee (Manchester City di fine anni ’60) sono i giocatori che sintetizzano nello stesso mosaico la storia del City.

Una associazione, quella con Cantona, che lo stesso Best aveva suggellato con un’altra sua frase: “Darei tutto lo Champagne che ho bevuto nella mia vita per poter giocare al suo fianco in una partita di Champions League all’Old Trafford”.

 

Il rapporto con Belfast, interrotto come detto a 15 anni, è “ripreso” soprattutto dopo la sua morte in segno di rispetto e proprio con l’obiettivo di caratterizzare l’immagine della città con il brand George Best.

Nel marzo 2006, Flybe, il maggiore operatore dell’aeroporto, ha rinominato un Dash 8, con l’effigie del giocatore. Questo mezzo speciale, è stato utilizzato dalla famiglia Best per gli spostamenti verso Manchester in occasione delle cerimonie in sua memoria.

Il 22 maggio 2006, in occasione dei 60 anni dalla nascita di George Best, la città di Belfast, ha deciso di intitolargli il Belfast City Airport. L’opinione pubblica sulla ridenominazione dell’aeroporto fu contrastante, con un sondaggio che mostra il 52% delle persone a favore e il 48% contro.

Il 27 novembre 2006, per celebrare il primo anniversario della sua morte, Ulster Bank ha diffuso nel Nord Irlanda e nella zona di Manchester, un milione circa di banconote da 5 sterline recanti la sua effigie.

Come ogni icona vintage che si rispetti – è stato incluso, naturalmente, nella Hall of Fame del National Football Museum di Manchester e i suoi cimeli sono a diverso titolo presenti nella esposizione permanente –  il valore  economico di George Best è destinato a crescere nel tempo, anche perchè accanto ai valori morali negativi (l’alcoolismo e la dissolutezza) che vengono associati alla sua figura, il suo essere contro le regole e la sua originalità assumono significati positivi ed in grado di creare “engagement” ovvero condivisione e inclusione.

Best che nella vita ha sempre dichiarato amore incondizionato per il calcio e disinteresse autodistruttivo per tutto il resto è stato l’esempio di come non serva inseguire le mode per essere trendy. Del resto “se Matt Busby fosse stato più duro con me – ha spiegato lo stesso Best – forse le cose sarebbero andate meglio. L’avevo sempre fatta franca, pensavo di poter fare tutto ciò che volevo. Le regole della squadra non valevano per me. Loro non dovevano convivere con il fatto di essere George Best”.