Nazionale: Tavecchio si ricandida, ma Conte pensa già a una grande

Nazionale Tavecchio Conte. Conte non cadrà nell’errore fatto due anni fa da Cesare Prandelli, che accettò il rinnovo con la nazionale nei mesi precedenti il mondiale 2014 con squilli di…

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Nazionale Tavecchio Conte. Conte non cadrà nell’errore fatto due anni fa da Cesare Prandelli, che accettò il rinnovo con la nazionale nei mesi precedenti il mondiale 2014 con squilli di trombe e proclami roboanti finiti nella polvere di un Mondiale fallimentare, che non cancellarono l’ottimo Europeo 2012 pure condotto dal ct, ma solo la posizione del tecnico alla vigilia del cambio della guardia federale. I temi legati a Nazionale Tavecchio Conte tengono banco in questi giorni di “international break” azzurro.

Ora l’ex allenatore della Juventus, il cui rinnovo è stato auspicato più volte da Tavecchio sollecitato dai giornalisti sul futuro dell’Italia, si trova nella stessa situazione. Il 2015 della nazionale ha visto gli azzurri qualificarsi al primo posto nel girone anche in seguito al crollo della Croazia partita in testa e ormai prossima a ratificare il terzo posto dietro azzurri e Norvegia.

Le analogie con Prandelli sono davvero molte, dai buoni risultati che fanno da premessa all’auspicato rinnovo al ruolo: “Conte è molto più di un ct” dice Tavecchio (frasi già sentite).

E proprio Prandelli è stato evocato questa mattina nella conferenza stampa di Conte che ha precisato che non si farà problema di disputare un Europeo senza rinnovo di contratto, ma non esclude di poter rinnovare fino al Mondiale: è lo stesso ct azzurro a tornare sull’argomento. ”Sarà una nazionale ugualmente competitiva, a prescindere dal mio contratto – ha detto a RaiSport. La storia insegna: Prandelli andò al Mondiale col prolungamento e l’Italia usci’, Lippi vinse un mondiale e tutti sapevano che avrebbe lasciato“. Quanto a guidare la nazionale anche a un Mondiale, “mai dire mai” la risposta del ct.

La differenza è che Antonio Conte non rinnoverà perchè aspetterà a fine anno la più “resistente” tra Juventus, Roma e Milan, ovvero chi riuscirà a portare al termine la stagione centrando l’obiettivo minimo (la qualificazione alla Champions League) e sapendo impostare tempestivamente la campagna acquisti per la prossima stagione. Con un unico intoppo che sarà rappresentato dal calendario (l’Europeo cade in giugno, piena fase organizzativa della nuova stagione) e più che sul piano operativo andrà gestito per quanto riguarda l’ufficialità del passaggio.

Al momento le probabilità sono legate proprio al “tipo di stagione” che le società riusciranno a fare. E oggettivamente se oggi si dovesse quotare una delle tre società come “piazzata” del campionato la Juventus sarebbe certamente davanti rispetto ad una Roma che vivrebbe molto più dei bianconeri un eventuale secondo o terzo posto come fallimento totale ed un Milan che realisticamente oggi potrebbe essere anche contento di centrare l’Europa League.

Conte non rinnoverà perché a differenza di Prandelli ha la fila dei pretendenti fuori da casa, una fila che parla solo italiano perché al momento non c’è alcuna ipotesi diversa per lui. Una ipotesi confermata da Tavecchio che – per chi ha imparato a leggere le dichiarzioni del presidente – quando ha qualche questione spinosa sul tavolo la comunica affermando esattamente il contrario della realtà. Ed infatti su Conte ieri ha detto ai neo giornali ufficiali Tuttosport e Corriere dello Sport: “Ci sono le sirene, i richiami, più internazionali che nazionali, perchè, credo, bisognerà vedere chi è in grado di sostenere certi oneri”.

Tavecchio che comunque ha le idee chiare soprattutto su se stesso: «A me fare il presidente della Federcalcio piace, se vorranno io ci sarò. Come c’ero quando presi la LND, dovevo rimanere un solo anno, sono rimasto per quindici. Il mio obiettivo è riportare la Federazione al centro del calcio, perché non ci stava più. Se la salute sarà buona – e guardate che gioco ancora a calcio a cinque, al di là di quello che qualcuno può pensare – e ci saranno le giuste convergenze, io sarò pronto, altrimenti andrò a scalare il Sassolungo».

Tavecchio quindi spera di essere il prossimo presidente, ma nel frattempo è già partita la corsa alla successione. E se i neo quotidiani ufficiali per forza di cose non possono entrare nella vicenda ci pensa la Gazzetta ad aprire il valzer del dopo Conte scrivendo a chiare lettere che la FIGC non ha tempo e vuole un nuovo ct entro marzo, smentendo quindi la dichiarazione di Tavecchio: “Da brianzolo so che devo affrontare la questione ora”.

“Tavecchio – scrive la Gazzetta dello sport – aspetta una risposta entro fine marzo, pronto a garantire un ricchissimo rinnovo fino a Russia 2018, ma non vuole restare a mani vuote a ridosso di Francia 2016, quando i giochi saranno fatti attorno ai grandi nomi. E ha investito Oriali della missione di convincere Conte”.

Ecco allora il casting per il successore secondo la Gazzetta.

Allegri. Gode di stima in FIGC ed era ad un passo dall’azzurro prima di dire si alla Juve. Non è escluso che la sua storia bianconera possa finire a fino anno (ambienti bianconeri soffiano sul fuoco e parlano di una possibile restaurazione contiana a fine anno).

Capello. Ha chiuso con la Russia, è sempre stato un papabile per la panchina della nazionale. Certo è che dovrebbe accontentarsi di un ingaggio molto inferiore alle sue abitudini.

Ancelotti. Si è chiamato fuori dalla corsa, l’impressione è che abbia voglia di una nuova sfida per la sua carriera dopo di che potrebbe prendere in considerazione (2020?) la panchina della nazionale.

Lippi e Cannavaro. Ipotesi che la Gazzetta avanza ma che con sano realismo si fatica anche a definire suggestiva. Sarebbe la terza minestra riscaldata, anche se venisse proposta nella versione “condita” da un ruolo centrale per l’ex capitano e Pallone d’oro.

Gli outsider sono gli esperti Spalletti, Ventura, Guidolin, Zaccheroni. Discorso diverso per Gigi Di Biagio: “Premesso che sono a disposizione della Figc, la notizia migliore sarebbe il rinnovo di Antonio. Poi se così non dovesse essere io mi sentirei pronto a qualsiasi evenienza”. Queste le parole di Di Biagio che di fatto ha la porta chiusa da un’altra dichiarazione di Tavecchio fatta probabilmente su Conte (anche) perchè Di Biagio intenda: “Con l’Under abbiamo fallito all’Europeo e non andremo alle Olimpiadi, ma Di Biagio è rimasto al suo posto, sono stati confermati tutti i ct seguendo le indicazioni di Conte”.