Abete: "Il Fair Play Finanziario funziona. Combatteremo Blatter"

La Uefa non uscirà dalla Fifa, ma continuerà a combatterla da dentro. All’indomani della conferma di Blatter alla guida dell’organo di governo del calcio mondiale, Giancarlo Abete – vicepresidente Uefa…

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La Uefa non uscirà dalla Fifa, ma continuerà a combatterla da dentro. All’indomani della conferma di Blatter alla guida dell’organo di governo del calcio mondiale, Giancarlo Abete – vicepresidente Uefa ed ex numero uno della Federcalcio italiana – anticipa con diplomazia le mosse di Platini da qui in avanti: opposizione a Blatter sul fronte politico, conferma del Financial Fair Play (ma meno severo) su quello economico: “L’impianto del fair-play finanziario rimane di grande attenzione con una considerazione: a livello globale i risultati sono migliorati”, ha detto Abete a Radio Anch’io Sport. “Le perdite complessive del sistema calcio sono fortemente diminuite, un effetto collegato anche alla deterrenza del fair-play finanziario. Si cercherà però – conferma Abete – di aiutare coloro i quali vogliono investire, cercando di individuare un percorso a cui la Uefa ha interesse”. Insomma, non spianare la strada agli sceicchi, ma nemmeno ostacolare gli investitori del movimento.

“La Uefa, nelle parole di Platini, già in occasione della finale di Berlino farà una riflessione all’interno dell’Esecutivo e un’altra riunione è in programma a fine giugno per la fase finale dell’Under 21. Spero e penso che non avverrà – ha spiegato poi Abete a proposito di un’uscita della Uefa dalla Fifa, proposta, tra gli altri, da Mino Raiola -, lo stesso Blatter con le sue prime decisioni non ha stressato la situazione (anche se ha minacciato vendetta con un eloquente “perdono ma non dimentico”, ndr), mantenendo inalterato il numero delle nazionali europee al Mondiale del 2018 in Russia: si rende conto che una Uefa fuori dalla Fifa, e quindi fuori dal Mondiale, sarebbe un disastro per l’intero calcio. La Uefa farà comunque sentire forte la sua voce perché il calcio mantenga la sua credibilità”.

La Uefa rimane l’unica federazione apertamente contraria a Blatter: “C’era un impegno da parte sua, assunto nel 2011, che sarebbe stato il suo ultimo mandato e non lo ha rispettato. C’era la volontà della Uefa di dare luogo a un ricambio perché, al di là della persona, c’è una situazione di rappresentatività nell’Esecutivo che non è garanzia assoluta di funzionalità e strategicità delle scelte da parte della Fifa. C’è poi stato un blitz un po’ spettacolare – dice Abete riguardo agli arresti dei dirigenti della Fifa a Zurigo – che ha determinato un vulnus fortissimo a livello di immagine. Che Blatter vincesse era chiaro, ma bisogna considerare anche il peso specifico e la qualità dei voti, mancano dei voti che potranno rendere difficile la vita della Fifa nei prossimi anni”.

E sul fatto che fra quattro anni possa essere l’ora di Platini al posto di Blatter, Abete è chiarissimo: “La proiezione di Platini, in termini di responsabilità, non può che essere la Fifa. Platini è cosciente di questa situazione, in questi anni è montata una politica anti-Uefa da parte della Fifa e bisogna lavorare in termini di relazioni”.