Paparesta-Infront, aperta un'inchiesta sull'acquisto del Bari

Dalla Procura di Bari è partita un’inchiesta per capire se davvero Gianluca Paparesta abbia acquistato il club del capoluogo pugliese grazie ai soldi di Infront, come si vocifera da tempo…

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Dalla Procura di Bari è partita un’inchiesta per capire se davvero Gianluca Paparesta abbia acquistato il club del capoluogo pugliese grazie ai soldi di Infront, come si vocifera da tempo e come hanno detto – bisogna capire su quali basi – due dirigenti di Lega Pro intercettati nel corso dell’indagine sul calcioscommesse che ha portato agli arresti degli scorsi giorni. La Polizia tributaria barese vuole accertare un’eventuale turbativa d’asta nell’acquisto della squadra. Così nelle scorse settimane – riferisce La Repubblica – si sarebbero recati direttamente da Paparesta per sapere chi fossero i suoi finanziatori. Paparesta, di fronte ad un’ipotesi di una mano da parte di Infront, spiegò a suo tempo che si sarebbe trattato solo di un’anticipazione su crediti futuri. Ma i magistrati alla fine del 2014 hanno comunque aperto un’indagine, mandando poi la Finanza a cercare documentazioni sugli accordi con Infront.

Il quotidiano romano racconta che negli atti della Procura si farebbe riferimento alla “documentazione contabile ed extracontabile relativa ai rapporti intercorsi tra la Football Club Bari 1908″ e alcune società, tra cui comparirebbero Infront e MP&Silva. Non è un segreto che il Bari abbia sottoscritto diversi contratti con Infront con la nuova proprietà. Su utti, la cessione dei diritti d’archivio e quelli di sponsorizzazione. Per queste due “prestazioni” avrebbe incassato due bonifici, uno da circa 2 milioni di euro, datato 22 maggio 2014, l’altro di 1,2 milioni, il 23. Ad insospettire gli inquirenti sono proprio le date. Il 20 maggio – due giorni prima del bonifico di Infront – Paparesta aveva acquistato il Bari all’asta pagando 4,8 milioni di euro. E un giorno dopo il pagamento di Infront, il 23 maggio, era andato dal notaio di Bari e aveva ratificato l’affare con un assegno da 3,8 milioni di euro, soldi che prima non aveva in cassa. Al momento comunque non risultano nomi sulla lista degli indagati nell’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Anna Maria Tosto.

A svelare ulteriori dettagli è la Gazzetta del Mezzogiorno, che spiega come il primo giro di acquisizioni di documenti nella sede del Bari sia datato 12 febbraio. Dalle carte emerge come Paparesta abbia prima firmato un contratto, il 14 maggio, con la Nsa, società romana che si occupa di cartelloni negli stadi, per 150mila euro, arrivati sei giorni dopo. Allo stesso tempo ottiene un accordo con Hd Power Light, service di facchinaggio e attrezzature per riprese, che oggi è in liquidazione: anche da qui arrivano 200mila euro. Poi arriva il grosso. Due milioni e mezzo da Mp&Silva per i diritti tv esteri, il 20 maggio, e nei giorni successivi i soldi di Infront. Cui si aggiungeranno, a fine giugno, altri 800mila euro da Best Union Spa (società di vendita di biglietti). Quanto fa in totale? 7 milioni di euro, esattamente quanto è costata tutta l’operazione della società (debiti con la Lega inclusi), che sarà poi sponsorizzata da Suisse Gas per altri 1,5 milioni di euro.