Milan, il contrattacco dei cinesi: con Lee ci sono Infront e Zong

Una delle poche certezze in questa storia è che Mr Bee Taechaubol è tornato in Thailandia senza avere il Milan in mano. Puntava a chiudere l’accordo già nello scorso weekend,…

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Una delle poche certezze in questa storia è che Mr Bee Taechaubol è tornato in Thailandia senza avere il Milan in mano. Puntava a chiudere l’accordo già nello scorso weekend, ma la trattativa ha cambiato forma e tempi. Si ragiona su una quota di minoranza del 49% del club, con Berlusconi che potrebbe rimanere al 51%. Ma che intanto – nonostante le smentite – continua a tenere aperta la porta anche ai cinesi di Richard Lee. E per questo ad Arcore non avrebbe fatto piacere sentir dire da Bee, appena tornato a Bangkok, che col Milan c’è una trattativa “esclusiva”. I tavoli – scrive la Gazzetta dello Sport – sono sempre due: uno che porta a Bee, l’altro a nuovi investitori sul Milan cinesi. Sempre loro. Per nulla tagliati fuori. Ma loro chi? Da dove verrebbero i soldi della seconda cordata? Da quei nomi di cui tanto si è parlato nei mesi scorsi, ma che continuano ad agire nell’ombra per cogliere l’occasione di prendere una quota del sesto club più tifato in Asia.

Ci sarebbe anche una misteriosa donna cinese, che domenica avrebbe fatto visita due volte ad Arcore, passando per il Meazza. Farebbe parte della stessa cordata di Richard Lee. I cui soldi verrebbero sia da Wang Jianlin, il patron del Wanda Group – quello che ha rilevato il 20% dell’Atletico Madrid e ha comprato Infront (advisor del Milan per la ricerca degli sponsor) pochi mesi fa -, sia da Zong Qinghou, boss del Wahaha Group, colosso delle bevande in Cina. Entrambi nei mesi scorsi hanno smentito di avere alcun interesse ad acquistare il Milan, al punto da ridicolizzarne pubblicamente l’ipotetico valore di un miliardo di euro (“Non sono stupido”, disse Jianlin). Eppure ci sarebbe l’avallo fondamentale del governo cinese a portare avanti l’offesiva sul Milan. Che ora potrebbe portare, anche su questo tavolo, ad un’offerta iniziale per un numero di quote inferiore al 50%, magari con la promessa (la stessa che vorrebbe strappare il thai Bee) di arrivare entro un anno o due ad avere il totale controllo del club.

L’esecutivo di Pechino vorrebbe provare a coinvolgere nell’operazione anche il Pavia di Xiadong Zhu, il primo imprenditore cinese ad aver rilevato un club italiano, che potrebbe diventare una base dove far crescere i giovani del Milan, magari provenienti anche dalla Cina. Ma l’offerta economica vera e propria, Silvio Berlusconi la sta ancora aspettando. Non gli è piaciuta la fretta di Mr Bee, però sa che i tempi stringono. Il thailandese potrebbe tornare a Milano già la settimana prossima. Per quel momento il presidente dovrà avere in mano un’alternativa concreta.