Da quest'anno lo scudetto peserà di più sui ricavi e il titolo Juventus vola

La vittoria di sabato sera per 1-0 in casa del Palermo ha messo le ali al titolo della Juventus a Piazza Affari. Le azioni della società presieduta da Andrea Agnelli

Real album de la aficion

La vittoria di sabato sera per 1-0 in casa del Palermo ha messo le ali al titolo della Juventus a Piazza Affari. Le azioni della società presieduta da Andrea Agnelli hanno infatti terminato la seduta di oggi con un rialzo del 5,08% a 0,254 euro. I 14 punti di vantaggio sulla Roma (che stasera scenderà in campo all’Olimpico contro la Sampdoria) danno infatti ai bianconeri un margine importante per poter gestire senza patemi il primato e portare a casa il quarto scudetto consecutivo.

titolo juventus in borsa

Si tratterebbe di un traguardo importante e non solo dal punto di vista sportivo. Da quest’anno, infatti, la vittoria dello scudetto potrebbe valere fino a 12 milioni di ricavi in più rispetto agli anni scorsi. La maxi-offerta da complessivi 660 milioni di euro (220 milioni a stagione) con cui Mediaset si è aggiudicata l’esclusiva per trasmettere la Champions League nel triennio 2015-2018 ha infatti alzato in modo consistente il montepremi destinato alle squadre italiane che parteciperanno alla massima competizione europea per club e in particolare per il club che lo farà come campione d’Italia.

Se nel triennio 2012-2015 il montepremi legato alla commercializzazione dei diritti tv a disposizione delle squadre italiane partecipanti alla Champions era pari a circa 81 milioni di euro l’anno (la metà dei 160 milioni annui pagati da Sky per aggiudicarsi i diritti, poi girati anche a Mediaset), nel triennio 2016-2018 questo ammontare, il cosiddetto market pool, salirà di circa 29 milioni attestandosi così a 110 milioni.

montepremi champions

Un esempio concreto può aiutare a comprendere meglio il concetto. Supponiamo che l’anno prossimo l’Italia riesca a portare in Champions tutte e tre le squadre e che tutti e tre i club superino la fase a gironi ma vengano eliminati agli ottavi di finale, disputando complessivamente otto partite. Vediamo dunque come sarebbero ripartiti tra i club i ricavi legati agli investimenti delle pay tv del biscione.

Le regole attualmente in vigore prevedono che la metà del market pool destinato alle tre italiane (55 milioni sui complessivi 110) venga così assegnata: 50% pari a 27,5 milioni alla prima classificata nel campionato nazionale, che con il montepremi attuale (81 milioni) percepisce invece 20,3 milioni; 35% alla seconda classificata (19,25 milioni anziché 14,2 milioni); 15% alla terza classificata (8,25 milioni invece di 6,1 milioni).

I 55 milioni rimanenti, pari alla seconda metà del market pool, saranno invece ripartiti in proporzione al numero di partite disputate. Poiché, in base alle nostre ipotesi, ciascun club avrebbe giocato otto partite, quei 55 milioni verrebbero suddivisi equamente per tre. Ciascuna delle tre squadre italiane riceverebbe pertanto 18,31 milioni anziché i 13,48 milioni che riceverebbe se il montepremi fosse quello attuale.

In conclusione, grazie all’investimento effettuato da Mediaset sulla Champions, la vittoria dello scudetto potrebbe valere in termini di market pool Uefa ben 45,8 milioni, circa 12 milioni in più rispetto alla situazione attuale. La squadra seconda classificata in Serie A percepirebbe invece 37,5 milioni contro i 27,7 attuali, mentre la terza si porterebbe a casa 26,5 milioni anziché 19,5 milioni.

A questo si aggiungerebbero poi una quota fissa (circa 8,6 milioni) per la partecipazione alla fase a gironi e i premi legati alla performance (1 milione a vittoria, 0,5 milioni per il pareggio). Ovviamente se, come accaduto nella stagione 2014-2015, le squadre italiane in Champions fossero solo due, il market pool, reso ricco da Mediaset, verrebbe spartito solo tra questi due club. In tal caso la vittoria dello scudetto potrebbe valere addirittura 57,7 milioni.