Secondo la roadmap definita da Warner Bros. Discovery, nel terzo trimestre del 2026 dovrebbe nascere Discovery Global, la nuova realtà societaria destinata ad accogliere l’intero portafoglio dei canali televisivi del gruppo. Solo dopo questo passaggio potrebbe prendere ufficialmente avvio l’eventuale percorso di acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix. Se invece, nei prossimi giorni, dovesse essere accolta la proposta avanzata da Paramount Skydance – che riguarda l’intero perimetro di Warner Bros. Discovery, canali tv compresi – è probabile che l’operazione di spin off venga congelata, così da preservare l’attuale struttura unitaria del gruppo.
Resta dunque valida, almeno per ora, l’ipotesi di separazione delle attività messa in conto da WB Discovery: da un lato studios, streaming e Hbo, cioè l’asset che interessa a Netflix; dall’altro i canali televisivi e la piattaforma Discovery+. Con la creazione di Discovery Global si tornerebbe, di fatto, a una struttura simile alla vecchia Discovery Communications, quella che nel 2021 aveva rilevato Warner Media, anche se arricchita da un numero maggiore di canali.
Guardando al mercato italiano, come riportato da ItaliaOggi su questo fronte operano due società riconducibili a WB Discovery. La prima è Warner Bros. Entertainment Italia, attiva nella vendita dei diritti di sfruttamento dei contenuti Warner ai broadcaster televisivi, nella distribuzione cinematografica e nel licensing. Qualora la cessione di Warner Bros. a Netflix andasse in porto, questa società, non prima della metà del 2027, verrebbe incorporata in Netflix Italia.
La seconda è Discovery Italia, che gestisce i canali in chiaro come Nove, Real Time, Hgtv, Food Network e Dmax, e che nel 2024 ha chiuso l’esercizio con 278 milioni di euro di ricavi e circa 220 dipendenti. L’interrogativo riguarda il destino di questo business una volta costituita Discovery Global. Rimarrebbe nelle mani degli attuali azionisti di WB Discovery oppure potrebbe essere valorizzata sul mercato con una vendita?
In Europa – e in particolare in Italia – le reti in chiaro di Discovery continuano a mostrare ottima solidità. Questo apre la porta a strategie differenziate. Di recente Comcast, il gruppo che in Europa controlla Sky UK e Sky Italia, ha creato una nuova società, Versant Media, nella quale ha fatto confluire canali e piattaforme come Usa Network, Cnbc, MS Now (ex Msnbc), Oxygen, E!, Syfy, Golf Channel, Fandango, Rotten Tomatoes, Golf Now e SportsEngine. Si tratta di uno spin off che nel 2025 dovrebbe arrivare a 6,6 miliardi di dollari di ricavi, con un ebitda di 2,15 miliardi, e che è destinato alla quotazione a Wall Street nel gennaio 2026.
Negli Stati Uniti Comcast ha dunque lanciato un segnale chiaro, separando i canali tv in una società dedicata, mentre in Europa sembra adottare un approccio più flessibile. Considerando che Comcast ha lasciato il mercato tedesco cedendo Sky Deutschland al gruppo RTL, ma resta presente in Gran Bretagna e in Italia con Sky, il business di Discovery Italia – forte di una redditività significativa, con utili pari a 45 milioni di euro nel 2024 e 25 milioni nel 2023 – potrebbe rappresentare un’interessante opportunità di acquisizione. Un’operazione che consentirebbe a Comcast di rafforzare la propria posizione sia nella pay tv sia nel mercato pubblicitario in quelli che considera i due mercati televisivi europei più strategici.