Inter, torna l’ipotesi Rozzano per lo stadio? La situazione nell’area Cabassi

L’esclusiva per valutare la fattibilità del nuovo impianto è scaduta lo scorso gennaio: ecco la situazione nell’area.

Area stadio Inter Rozzano
(Foto: Claudio Villa/Getty Images)

“Se il Comune dovesse dire no è evidente che ci guarderemmo attorno, questo un problema va risolto”. Parola del presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, che sul tema stadio è tornato ad aprire all’ipotesi di costruire lo stadio in un’altra area rispetto a San Siro se il progetto per il nuovo impianto dovesse arenarsi nel voto previsto lunedì in Consiglio Comunale.

L’area su cui l’Inter, negli anni scorsi, aveva puntato era quella di Rozzano, a sud del centro commerciale Milanofiori nei terreni di proprietà della famiglia Cabassi. Sul tema era intervenuto anche il sindaco di Rozzano nei giorni scorsi: “Se domani dovessero bussare per riaprire la porta, noi siamo qui. In passato siamo arrivati a un punto dove era stato raggiunto l’ok sulla fattibilità. Ad oggi non so quali possano essere scenari per un ritorno che, al momento, va detto che pare difficile”, ha spiegato a TMW.

L’area, come detto, è in mano privata. Nella giornata di ieri, la società Brioschi (di proprietà del gruppo Cabassi) ha reso noti i dati economico-finanziari del primo semestre al 30 giugno 2025. E nel comunicato è tornata anche sulla situazione legata all’area su cui aveva messo gli occhi l’Inter: “Con riferimento al comparto sud dell’area di Rozzano di proprietà della controllata Infrafin, nel mese di gennaio 2025 è terminato il periodo di esclusiva con F.C. Internazionale Milano S.p.A. per la verifica della fattibilità di realizzare uno stadio e alcune funzioni accessorie”, si legge nella nota.

“Successivamente è stato concesso un nuovo diritto di esclusiva, terminato il 31 marzo 2025, a un primario operatore internazionale, interessato a realizzare sull’area un grande complesso terziario digitale. Allo stato attuale Infrafin sta interloquendo con nuovi operatori interessati allo sviluppo sull’area del complesso terziario digitale, e dunque proseguendo con le attività già avviate relativamente alla richiesta di connessione elettrica e all’elaborazione della documentazione necessaria per le procedure urbanistiche e ambientali”, conclude Brioschi.