Istanza di un tesserato Aia ad Amato: «La giustizia sportiva apra indagine su Gravina»

La denuncia fa espresso riferimento al coinvolgimento dell’attuale presidente della FIGC nell’inchiesta sui diritti tv della Lega Pro.

Gravina attacco Serie A
(Foto: Claudio Villa/Getty Images)

Un’istanza a Giuliano Amato, garante del Codice di Disciplina Sportiva – come riporta l’ANSA – è stata appena inviata da un tesserato Aia perché venga aperto un procedimento della giustizia sportiva nei confronti del presidente della Figc, Gabriele Gravina.

La denuncia fa espresso riferimento al coinvolgimento di Gravina nell’inchiesta sui diritti tv della Lega Pro (per la quale il presidente federale è indagato con l’accusa di autoriciclaggio) quando questi ne era presidente e lamenta “la violazione dei doveri di lealtà e correttezza scolpiti dall’art.2 del Codice di comportamento sportivo del Coni”.

Oggi intanto il senatore Mario Borghese, appartanente al gruppo parlamentare Civici d’Italia-UDC-Noi Moderati, ha presentato un’interrogazione parlamentare urgente al ministro dello sport Andrea Abodi, in merito all’indagine della Procura di Roma sulla Figc e sul suo presidente Gabriele Gravina: “Chiediamo ad Abodi se sia a conoscenza dei fatti in narrativa e, in caso affermativo, se ritenga tollerabili comportamenti di tal fatta, con particolare riferimento alla condotta posta in essere dal sig. Gravina; se, in considerazione dei fatti descritti, non ritenga di richiamare il Comitato olimpico nazionale, cui competerebbe la vigilanza sul mondo sportivo, ad attivare i propri organi statutari per garantire il rispetto dei principi di lealtà e probità; ⁠se, parimenti, ritenga di invitare gli organi della Federazione Italiana Giuoco Calcio ad agire per assicurare il rispetto dei principi di integrità che dovrebbero essere le fondamenta del mondo sportivo; se, in caso di persistente inadempimento da parte di Coni e Federazione, ritenga ancora attuale il principio di autonomia del mondo sportivo o se, piuttosto, non ritenga che lo stesso abbia assunto le sembianze di un principio di impunità garantita alla stregua del più becero corporativismo; ⁠se, infine, nella sua qualità di tesserato del mondo sportivo, non ritenga comunque di presentare un’istanza ad hoc al Garante del Codice di comportamento sportivo sui fatti di cui in premessa per l’adozione dei provvedimenti di competenza”.