Crisi Lione: retrocessione d’ufficio se i conti non migliorano

La decisione dell’organo di controllo economico-finanziario del calcio francese: il club transalpino in difficoltà.

Lione
(Photo by Adam Pretty/Getty Images)

Guai per il Lione: la DNCG, l’organo di controllo economico-finanziario del calcio francese, ha infatti disposto la retrocessione d’ufficio al termine della stagione in Ligue 2 se i conti del club francese non dovessero migliorare.

Nella serata di ieri, dopo un incontro tra la DNCG e il patron del Lione John Textor, l’organo di controllo ha emesso la sua decisione: tetto salariale, mercato in entrata bloccato e soprattutto la retrocessione a titolo provvisorio al termine della stagione sportiva in corso se la sua situazione economico-finanziaria non dovesse migliorare.

In particolare, nell’ultimo comunicato sui conti il Lione aveva spiegato di avere debiti finanziari pari a 505,1 milioni di euro, in crescita rispetto ai 458,5 milioni al 30 giugno 2023, e un indebitamento lordo complessivo pari a oltre 800 milioni di euro. “Il debito netto di cassa (inclusi crediti e debiti netti su contratti giocatori) si attesta a 463,8 milioni di euro al 30 giugno 2024 rispetto a 404,4 milioni al 30 giugno 2023”, aveva aggiunto la società.

Cosa può fare ora il Lione per evitare la retrocessione? Come spiegato da L’Equipe, molto passa dalla vendita del 45% del Crystal Palace, altro club guidato da John Textor: in questo modo, il patron potrebbe garantirsi la liquidità necessaria per salvare il Lione. Dal Botafogo (anch’esso di proprietà di Textor) arriverà a gennaio Thiago Almada, che potrebbe sostituire Ryan Cherki, la cui cessione potrebbe essere un altro elemento per dare respiro alle casse del club francese: la volontà invece resta quella di non separarsi da Malick Fofana, il suo elemento di maggiore valore sul mercato ma anche la sua miglior carta in campo. Anche perché il futuro passa anche dalla qualificazione alla prossima Champions League.