Abete attacca la Serie A: «Non c’è rispetto: così non cediamo nemmeno lo 0,1%»

Il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti mette nel mirino la Lega Serie A: «In passato ci sono stati presidenti di Lega Serie A che rispettavano le altre componenti, rispetto che non c’è più».

FIFA/UEFA Conference for National Coaches and Technical Directors 2014 FIFA World Cup Brazil
Giancarlo Abete (Photo by Harold Cunningham/Getty Images for UEFA)

“Se questo è il modo di rispettare le componenti noi non ci siamo. Chiederò al presidente Federale di inviare questo emendamento alla UEFA e alla FIFA per capire se verranno rispettate le norme attuali. Quando si parla di buon senso attenzione a cosa si intende per buon senso. Fino a che non ci sarà uno scenario diverso non ci stiamo. Noi non siamo disponibili a cedere neanche lo 0,1% del nostro 34% che è la quota più bassa esistente in Europa”. Lo ha detto il presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete, durante l’assemblea FIGC in corso a Roma per il voto sulla modifica dello statuto federale.

“Nella proposta della Lega Serie A si parla di una Lega motore del sistema che non può avere un peso largamente inferiore di chi pratica il calcio per diletto. Il decreto 36 prevede i contratti di lavoro per chi pratica calcio, chiaramente sono contratto poveri ma sono oltre 30 mila contratti. Il lavoro vale per tutti, sono lavoratori e meritano rispetto”.

”Dispiace dover intervenire con chiarezza su un tema che va ben al di là dell’approvazione di una proposta, ma attiene al rispetto all’interno di alcuni mondi. Voteremo a favore della proposta del presidente Gravina, ma con amarezza per alcuni contenuti della proposta. È stato presentato un emendamento in Parlamento con quattro punti di riferimento: l’autonomia, il parere vincolante, saltare la giustizia sportiva e modificare i livelli di rappresentanza nell’Assemblea e nel Consiglio”.

“A questa proposta ha fatto seguito una durissima lettera di UEFA e FIFA e alla luce di questa proposta, posto che il proponente ha detto di non essere certo della lettera di UEFA e FIFA, non si è più parlato di saltare la giustizia sportiva, non c’è più alcun cenno all’autonomia né al parere vincolante. Si parla solamente di organi direttivi della Federazione, quindi del 50% di uno dei quattro punti proposti. Abbiamo avuto una situazione in cui si è parlato di una nuova era dopo questo emendamento, ma questo certifica che i professionisti giustamente debbano avere un peso sugli organi direttivi”.

“Il presidente Federale ha ricordato che in Inghilterra il peso dei dilettanti è del 66%, del 63% in Francia, di oltre il 50% in Germania e del 43% in Spagna. Non mi risulta che l’Inghilterra o la Spagna non abbiamo ottenuto importanti risultati e successi internazionale nonostante il minimo peso delle principali leghe. I professionisti in Inghilterra hanno due rappresentati su 10, uno solo della Premier League”.

“So soltanto che dal 2017, da quando Maurizio Beretta ha lasciato la presidenza di Lega Serie A, ci sono state nove persone che hanno guidato la Lega, la problematica che rispettiamo non può essere riversata sulla Federazione che non è un’associazione di capitali. In passato ci sono stati presidenti di Lega Serie A che rispettavano le altre componenti, rispetto che non c’è più. Il presidente Casini non ha sottolineato che nell’emendamento presentato all’ultimo momento si toglie il 10% di votanti e due consiglieri, senza minimamente comunicarlo”.