Stellantis ha fatto registrare nel terzo trimestre 2024 ricavi netti per 33 miliardi di euro, in calo del 27% rispetto allo stesso periodo del 2023, «dovuto principalmente a minori consegne e a un mix sfavorevole, oltre all’impatto dei prezzi e dei cambi». E’ quanto annunciato dal colosso dell’auto in una nota ufficiale sui risultati del terzo trimestre dell’anno.
Le consegne consolidate sono 1.148 mila, diminuite di 279 mila unità, cioè del 20% su base annua. Il terzo trimestre – spiega Stellantis – ha scontato la cessata produzione di diversi modelli per l’avvio della transizione del portafoglio prodotti a livello globale, la riduzione pianificata delle scorte in Nord America e gli impatti derivanti da un contesto di mercato europeo difficile. Il piano prodotti rimane in linea con l’obiettivo di presentare circa 20 nuovi modelli nel 2024.
«I vuoti temporanei nella nostra gamma sono dovuti in parte alla trasformazione del portafoglio prodotti, che amplia la copertura del mercato, consolida le piattaforme e offre una flessibilità multi-energy unica. Lo stock complessivo di 1.330 mila unità al 30 settembre 2024, in calo di 129 mila unità nel corso dei nove mesi. Lo stock presso la rete negli Stati Uniti, una priorità focale, è stato ridotto di oltre 80 mila unità dal 30 giugno al 30 ottobre 2024 ed è in linea con l’obiettivo precedentemente comunicato di riduzione di 100 mila unità entro il 30 novembre 2024», prosegue il gruppo.
«L’accoglienza per i nuovi prodotti è stata molto positiva, con ordini per più di 50mila unità per la nuovissima Citroën C3, circa 75 mila unità per la nuovissima Peugeot 3008 e oltre 200 concessionari pronti per il lancio europeo di Leapmotor», si legge ancora nel comunicato.
Stellantis spiega che il programma di riacquisto di azioni proprie di 3 miliardi di euro si è concluso nel mese di ottobre (di cui 0,9 miliardi nel terzo trimestre), con un ritorno totale di 7,7 miliardi di euro agli azionisti nel 2024 e che «una politica del capitale coerente sosterrà la calibrazione dei dividendi e il riacquisto di azioni proprie nel 2025».