Un grosso caso si è aperto nella vita di un comune funzionario di Banca Intesa, Vincenzo Coviello, che da una scrivania della filiale Agribusiness di Bisceglie, provincia di Bari, è riuscito a spiare per due anni almeno mezzo Paese: dal 21 febbraio 2022 al 24 aprile 2024 ha eseguito «6.976 accessi a conti correnti di clienti non giustificati da esigenze di servizio».
Secondo quanto riportato da La Repubblica, è stata spiata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il suo allora compagno Andrea Gianbruno, la segretaria Patrizia Scurti e il marito, il capo della scorta della premier Giuseppe Napoli, oggi agente dell’Aisi. Ancora: i ministri Crosetto, Fitto, Santanchè. Gli ex premier Renzi e Letta. L’allora presidente della Corte costituzionale Silvana Sciarra, il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, i vertici dei Carabinieri (l’ex comandante generale Tullio Del Sette), il comandante generale della Finanza, Andrea De Gennaro.
E ancora: alti prelati del Vaticano. Cantanti, calciatori e imprenditori: John e Lapo Elkann, per esempio, così come tutta la famiglia Berlusconi, Marina, Piersilvio e anche Marta Fascina. «L’ho fatto da solo, non ho mai divulgato quelle informazioni e non ne ho fatto copia» ha detto ai vertici della banca Coviello, che ieri dopo la pubblicazione della notizia dell’indagine che lo riguardava ha subito una perquisizione dei Carabinieri alla ricerca di documenti che diano un senso a questa storia.
Coviello è accusato di «accesso indebito ai dati finanziari di istituzioni poste a fondamento della Repubblica (presidente del Senato. del Consiglio dei ministri, ministro della Difesa, componenti del Parlamento) e dei loro familiari». Lo faceva, secondo la procura di Bari, per «procurare a sé o ad altri, attraverso la consultazione di quei dati, notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato o, comunque, nell’interesse politico, interno o internazionale, dello Stato dovevano rimanere segrete».
Coviello al momento sembrerebbe essersi mosso da solo. Ma secondo gli investigatori ci sarebbe un mandante. L’indagine nasce per caso: a luglio di quest’anno un correntista viene avvisato di essere stato spiato. Gli dicono che è stato avviato un procedimento disciplinare nei confronti di un dipendente, già allontanato a maggio dopo che era partita una segnalazione al Garante della Privacy. Al correntista, uno stimato professionista, non basta la spiegazione e presenta così un esposto in Procura.
Parte così l’indagine e soltanto ad agosto, quando i Carabinieri si accorgono di essere davanti a qualcosa di gigantesco, Intesa comunica il licenziamento alla magistratura. Per il ruolo che ricopriva all’interno dell’istituto, Coviello aveva sostanzialmente libero accesso a tutte le schede dei correntisti. Ci sono praticamente tutti i parlamentari visto che Intesa offre il servizio ai deputati.
Ma all’interno del gruppo degli “spiati” c’è davvero di tutto e di più: ci sono Totti e Albano, Luisa Ranieri e Domenico Arcuri, Giuliano Amato e Paola Egonu, Calenda e Bonolis, Decaro e Pietro Paolo Virdis, D’Alema e Zucchero Fornaciari. Insomma, messa così sembrerebbe una ricerca davvero casuale anche perché molti nomi vengono digitati in corrispondenza di notizie da prima pagina.