Nella serata di ieri, a Milano, si è tenuto il Forbes Sport & Innovation Forum, a cui ha partecipato anche il CEO di DAZN Italia, Stefano Azzi. Il numero uno della piattaforma nel nostro Paese, ha toccato diversi argomenti, dall’innovazione alla pirateria.
«L’Italia sta diventando un paese digitale? La risposta è sì, non lo dico io ma lo dicono i numeri – ha dichiarato Azzi –. Se consideriamo la crescita in termini di digitalizzazione si vede. Approfondendo le ricerche c’è un dato di streaming che qualche anno fa si diceva sarà il futuro mentre oggi è passato sostanzialmente da un 40-45% a quasi il doppio cioè un 75% di utilizzo. Quindi il contributo dello sport in streaming è estremamente rilevante ai termini di crescita».
«Quindi quello che lo sport ha dato alla digitalizzazione, la diffusione della cultura digitale è elevatissima – continua il CEO di DAZN Italia –. Faccio due esempi: sulla fibra ad esempio si è passati da una copertura tecnica a una domanda e un utilizzo, tant’è che oggi in molti non farebbero a meno della fibra. S parla di 34 milioni di persone interessate al calcio, quindi lo sport muove. Questo tipo di attenzione ha fatto da apripista cambiando il modo di fruire il calcio e lo sport in generale un po’ in tutta Italia».
Sulle strategie di DAZN riguardanti il calcio: «Il futuro passa da quattro aspetti, a partire dal calcio giocato. Quello che noi facciamo è pacchettizzare, produrre, aggregare e distribuire quell’insieme di emozioni che il calcio dà. Poi c’è un percorso di innovazione e tecnologia che serve a fermare un elemento che danneggia tutto il sistema, cioè la pirateria. C’è un popolo di sportivi invisibile che usufruisce in maniera illegale di tutto quello che viene invece fatto da squadre, da club e da tutto quello che ruota intorno allo sport. Un movimento che va fermato anche con l’innovazione tecnologica. Non è solo una battaglia di carattere legale ma anche una battaglia di carattere tecnologico e culturale, non per chi non se lo può permettere e magari si rivolge alla modalità non legittima, ma è diventato anche un fenomeno di costume come se fosse normale, ma non lo è. Quindi l’innovazione anche su quello aiuterà».
«Poi c’è il tema dell’interazione – prosegue Azzi –. Tutta la parte sportiva deve vivere con una serie di innovazioni che fanno entrare e tifosi in campo, come le bodycam. Quindi do quella prospettiva in soggettiva che prende un’udienza diversa e più giovane e che è abituata al videogioco. Poi c’è un’innovazione di carattere tecnico per l’interazione con i tifosi, visto quanti seguono le partite con un secondo schermo. Ma c’è anche il tema dell’innovazione che porta alla monetizzazione».
«L’ultimo elemento per il futuro è la riduzione di un gap, di una parità che ci deve essere ovviamente anche nel mondo dello sport. Per me è una parità di visibilità. Noi investiamo soprattutto nel calcio femminile come principale investitore al mondo sia della Champions che di tutte le vite domestiche tra cui anche la Serie A per dare quella visibilità massima anche appunto al calcio femminile, e quindi ridurre il gap di visibilità», ha concluso Azzi.