La possibilità di reintrodurre il Decreto Crescita anche per lo sport, con particolare attenzione al calcio, ha riacceso la discussione su altri emendamenti che il governo può introdurre per dare un auto concreto al settore, anche senza destinare aiuti economici a un mondo che, come gli altri, sta provando a superare il periodo funesto della pandemia.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, dopo la proposta di Forza Italia di un Decreto Crescita, decaduto per lo sport a fine 2023, ci sono altri tre emendamenti nel Decreto Omnibus che riguardano il calcio. Uno di questi è legato alla proroga degli organi consultivi dei tifosi all’interno delle squadre, mentre gli altri due si concentrano su pirateria e scommesse.
Per quanto riguarda la pirateria, si propone di inasprire le sanzioni, un tema molto caro anche ai broadcaster, mentre per il betting si suggerisce di reintrodurre la sponsorizzazione diretta dei marchi di scommesse, vietata dal Decreto Dignità sei anni fa.
Ora, si apre la discussione prima fra la maggioranza e poi in Parlamento. Il provvedimento che rischia però di non arrivare mia in aula è quello legato agli sgravi fiscali per gli atleti. Infatti, non va dimenticato che fu proprio il governo Meloni a non prorogare il Decreto Crescita per gli sportivi, trovando nei ministri Giorgetti, Salvini, Abodi, ma anche dalla stessa premier Meloni, una considerazione negativa sulla misura visto che rischia, secondo loro, di danneggiare la valorizzazione e lo sviluppo dei calciatori italiani.
Intanto, si sta lavorando, come ammesso dallo stesso ministro per lo Sport, Abodi, a una riforma della legge Melandri, che interesserà i diritti televisivi e la distribuzione del potere all’interno dei consigli federali. Infine, sembra più facile l’approvazione degli emendamenti su pirateria e scommesse. Per quest’ultimo settore si pensa di destinare una percentuale degli incassi derivanti dalle scommesse sul calcio a investimenti per i giovani calciatori e il miglioramento delle infrastrutture. Una richiesta portata avanti da anni dai vertici del calcio italiano e che collegherebbe all’introduzione di meccanismi di tax credit, già utilizzati in altri settori dell’economia.