Il percorso intrapreso dalla Lazio di Claudio Lotito verso uno stadio Flaminio tutto biancoceleste è ancora lungo e metterà difronte le varie parti in causa a diversi ostacoli, che se superati apriranno le porte al progetto definitivo per il nuovo impianto laziale.
Come riporta l’edizione odierna de La Repubblica, dopo aver mostrato al sindaco i rendering del progetto lo scorso luglio, Lotito ha continuato a effettuare sopralluoghi nella struttura progettata nel 1959 da Pier Luigi Nervi e suo figlio Antonio, segno che gli studi, anche in collaborazione con l’Università La Sapienza, proseguono. Un nuovo incontro è previsto per fine settembre o inizio ottobre in Campidoglio, durante il quale la Lazio presenterà i risultati degli studi condotti sulla struttura e, nella migliore delle ipotesi, uno studio di fattibilità corredato da un piano economico-finanziario.
L’investimento previsto si aggira intorno ai 250 milioni di euro, parte dei quali potrebbero essere finanziati da partner esterni, con possibili soci provenienti dall’Asia. Nel PEF (Piano Economico Finanziario) sarà necessario specificare come verranno impiegati i fondi e quale sia il piano di rientro degli investimenti. Lotito sembra intenzionato a richiedere una concessione superiore ai 20 anni, per garantire il recupero delle somme investite.
Oltre agli aspetti economici, dovranno essere presentate le specifiche tecniche, con particolare attenzione alla questione dei parcheggi, della mobilità e dell’impatto acustico, considerando l’alto numero di residenti nella zona. Un altro tema cruciale riguarda la stabilità del cemento armato, dato che il Flaminio, considerato un capolavoro architettonico e tutelato dalla soprintendenza speciale delle Belle Arti di Roma dal 2018, è una struttura abbandonata che necessita di riqualificazione, ma senza essere stravolta.
La Fondazione Nervi ha espresso preoccupazione per l’idea di raddoppiare la capienza dello stadio e di coprire completamente gli spalti, soluzioni che considera incompatibili con il Piano di Conservazione. Per questo motivo, la copertura del secondo anello, nei rendering presentati da Lotito, è stata progettata come una struttura esterna che non interferisce con quella originale di Nervi. Una volta presentato il progetto, gli uffici del Dipartimento Sport valuteranno la validità della documentazione.
Se i pareri saranno favorevoli, si potrà convocare una conferenza di servizi preliminare. Il passo successivo sarà il passaggio in giunta per ottenere la delibera e l’approvazione dell’interesse pubblico da parte dell’Assemblea Capitolina. A questo punto, la Lazio riceverà il progetto con eventuali prescrizioni e modifiche da apportare. Una volta allineate tutte le parti su un progetto condiviso, si procederà con la stesura del progetto esecutivo, che darà il via a una nuova conferenza dei servizi decisoria. Questo è il punto in cui si trova attualmente la Roma, a circa un anno e mezzo dalla presentazione del proprio progetto di stadio. Se tutto procederà senza intoppi, si potrà pubblicare l’avviso per l’affidamento della concessione e avviare i lavori.