La mossa di Lotito: si farà spiare i telefoni per scoprire chi lo perseguita

Il patron biancoceleste: «Vogliono che venda la Lazio, ma io non mollo: la società non è in vendita».

Lazio bilancio 2023
Claudio Lotito (Foto Andrea Staccioli / Insidefoto)

Un giudice che intercetta un politico? Strano, soprattutto se la richiesta arriva dal politico stesso. Solitamente infatti sono sempre più difficili le incursioni dei giudici e delle autorità nei tabulati telefonici di onorevoli e senatori. Solo che stavolta la situazione è capovolta: è stato infatti un senatore a chiedere (e ottenere) il via libera per dare accesso alle proprie telefonate. È il caso che riguarda Claudio Lotito, presidente e senatore della Lazio, che come riportato da Il Messaggero ha chiesto di dare accesso a Digos e Procura di Roma ai propri tabulati telefonici per scoprire chi lo perseguita tra insulti e minacce di morte.

L’argomento su cui verte la maggior parte delle telefonate è la Lazio, con i suoi quattro o cinque cellulari che squillano di continuo. «Ecco, l’ultimo mi ha chiamato tre minuti fa», sospira stanco, arrabbiato al telefono Lotito. «Minacce, insulti. Chiamano con lo sconosciuto e pensano che non li scopro, ma adesso scopriamo chi sono. Vogliono che vendono la società, la Lazio non è in vendita. Io sono da sempre un combattente e mai un reduce ma a tutto c’è un limite e qui è stato superato. Stampano manifesti, li attaccano sui cavalcavia. Si rende conto?».

«Sono presidente da 20 anni e non mi sembra che la Lazio stia fallendo dopo la Juve è il club con più trofei in Serie A, ha sempre posizioni decenti in classifica, i conti in ordine e un fatturato trasparente. Non sono una cicala, ma una formica. Lo sa che in biglietteria ho ancora il nipote di Cragnotti? E che in vent’anni non ho mai chiesto un euro per un’auto aziendale o un rimborso spese? E lo stipendio poi: mi ha costretto la Consob ad assegnarmi un emolumento, questione di “terzietà”».

«Mercato? Non si possono pagare stipendi da sette, otto milioni l’anno – spiega il patron – ci sono regole e parametri da rispettare. Ci sono società con un patrimonio netto negativo di 500 milioni che dovrebbero portare i libri in tribunale. Se parlo della Roma? No, i nomi li sta facendo lei».