Quanto vale il calcio in Italia: creati oltre 11,3 miliardi di PIL

I dati nel nuovo ReportCalcio FIGC: il calcio nel nostro Paese genera 1 euro ogni 200 euro di PIL e sostiene un lavoratore ogni 200 occupati.

tifosi bar
(Photo by ALBERTO PIZZOLI/AFP via Getty Images)

Il calcio gioca un grande ruolo in Italia. Nella nuova edizione del ReportCalcio, il rapporto annuale sul calcio italiano e internazionale sviluppato dal Centro Studi FIGC in collaborazione con AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e PwC Italia, la grande novità è rappresentata dallo studio sull’impatto socio-economico diretto, indiretto e indotto prodotto dal calcio italiano, realizzata da PwC prendendo come riferimento tutti i principali stakeholder coinvolti nell’attivazione di valore del Sistema Calcio: il settore professionistico, quello del calcio giovanile e dilettantistico, la FIGC, il turismo calcistico, i quotidiani sportivi, i broadcaster e le scommesse sul calcio.

I dati dello studio confermano quanto, durante la stagione sportiva 2022-2023, il calcio italiano sia stato in grado di generare rilevanti ricadute a livello economico, fiscale e occupazionale, a beneficio del Sistema Paese; considerando i cicli economici diretti, indiretti e indotti, si stima che grazie a questo sport siano stati creati oltre 11,3 miliardi di euro di PIL e attivate quasi 130.000 Unità Lavorative Annue (il calcio nel nostro Paese genera € 1 ogni € 200 di PIL e sostiene un lavoratore ogni 200 occupati), generando 3,3 miliardi complessivi di gettito fiscale.

Il calcio professionistico maschile (Serie A, B e C) rappresenta il settore prevalente in termini di impatto diretto e ricadute a livello indiretto e indotto, con un impatto complessivo sul PIL stimabile in oltre 5 miliardi.

quanto vale il calcio in italia

Questi indicatori equivalgono, in termini di moltiplicatori socio-economici, a 1,2 milioni di euro di contributo al PIL e ad 8 ULA sostenute per ogni milione di euro di valore della produzione diretto generato dai club professionistici. Di grande rilevanza anche il settore della FIGC, considerando l’attività delle rappresentative Nazionali e il ruolo svolto per il coordinamento e la promozione dell’attività calcistica nel nostro Paese, insieme a quello del calcio dilettantistico e giovanile, che rappresenta il principale movimento sportivo italiano, in grado da incidere da solo per oltre il 20% del totale delle società presenti nello sport del nostro Paese e per quasi un tesserato su 3 delle 48 diverse federazioni sportive italiane, con un totale di oltre 11.000 società sportive, 62.000 squadre, 1,1 milioni di calciatori tesserati, oltre 36.000 tecnici, oltre 244.000 dirigenti e oltre 546.000 partite organizzate all’anno. A livello aggregato, questo settore incide con quasi 2,8 miliardi per il 24% dell’impatto sul PIL italiano e per il 37% dell’indotto occupazionale, con quasi 50.000 Unità Lavorative Annue Attivate.

quanto vale il calcio in italia

Un’ulteriore e significativa analisi riguarda il tema dell’indotto turistico connesso al calcio: l’analisi ha permesso di stimare le ricadute prodotte dai consumi degli spettatori presenti negli stadi per competizioni disputate in Italia (campionati professionistici maschili, coppe europee e rappresentative nazionali).

Lo studio, in particolare, considera gli impatti generati dai costi sostenuti dalle spese per alloggio, ristorazione, trasporto e altre spese turistiche, sostenute dai circa 20,5 milioni di spettatori analizzati in oltre 2.100 partite. La spesa turistica complessiva ammonta a 975 milioni, con un impatto sul PIL superiore al miliardo di euro e oltre 21.000 ULA attivate.

Analizzando nello specifico la spesa turistica per tipologia, è stata destinata per 162 milioni all’alloggio, per un totale di 3,2 milioni di notti di pernottamento stimate, nonché per 389 milioni alle consumazioni nei pressi dello stadio, prevalentemente per cibo e bevande ma anche per acquisti di merchandising e altre spese, per 96 milioni ai pasti consumati in luoghi diversi dallo stadio, per 298 milioni ai costi del trasporto sostenuti in Italia e per 30 milioni ad attività di shopping di vario tipo. Rispetto ai 975 milioni di spesa complessiva, inoltre, il 44% è stato generato dagli spettatori residenti nella regione della partita, il 31% da quelli provenienti da fuori regione e il 25% dai fan provenienti dall’estero.

Senza considerare l’aspetto sportivo. I calciatori tesserati per la FIGC nel 2022-2023 ammontano ad 1,1 milioni, mentre i tesserati totali (calciatori, tecnici, arbitri e dirigenti) ad oltre 1,4 milioni, dato in significativa ripresa dopo l’emergenza sanitaria (i soli giocatori sono aumentati di circa 270.000 rispetto al periodo più intenso di impatto del COVID-19).

La FIGC rappresenterebbe il secondo «comune» in Italia in termini di popolazione, mentre i tesserati per l’attività giovanile sono quasi 900.000 (oltre un ragazzo italiano su 5). Nel nostro Paese, inoltre, ogni 58 secondi si gioca una partita ufficiale, per un totale di circa 550.000, all’interno di quasi 13.000 campi da gioco.

Considerando inoltre l’interesse generato, il calcio continua a rappresentare lo sport più popolare, con quasi 34 milioni di tifosi, il 66% della popolazione italiana (over 14 anni), insieme a quasi 300 milioni di fan e follower sui social media e quasi 2,5 miliardi di visualizzazioni su YouTube (i top club calcistici rappresentano le prime aziende in Italia per seguito sui social media, e il calcio italiano rappresenta il tema più discusso sui social con quasi 3 miliardi di interazioni), mentre la raccolta delle scommesse su questo sport ha ormai raggiunto i 14,8 miliardi di euro (in aumento di oltre 7 volte rispetto al 2006), con 371,4 milioni di euro di gettito erariale.

Di grande rilevanza, inoltre, la crescente dimensione internazionale del calcio italiano; a livello mondiale, l’audience tv cumulata è stimabile in quasi 1,6 miliardi di telespettatori, mentre la fan base globale della sola Serie A sfiora il miliardo di persone, e la raccolta betting mondiale relativa alla sola Serie A è pari a quasi 35 miliardi di euro.