Canone, in Italia il costo più basso tra i principali mercati d’Europa

Per il 2024 il canone unitario è stato abbassato a 70 euro, di cui la Rai prevede di incassare l’83,7%, pari a circa 58,6 euro.

Rai
(Foto: Samantha Zucchi/Insidefoto)

Con 9,6 miliardi di euro, il servizio radiotelevisivo pubblico tedesco evidenzia il giro d’affari più elevato nel confronto tra i mercati televisivi a livello pubblico di tutta Europa. Si tratta di più del triplo rispetto a quello italiano, che di ferma a 2,7 miliardi. Completano il podio Gran Bretagna (7,9 miliardi) e Francia (3,9 miliardi). A evidenziare questi dati è la nuova edizione del Report Media & Entertainment, realizzato dall’Area Studi Mediobanca.

Nel 2022 l’Italia si posiziona al terzo posto quanto a crescita dei ricavi (+1,2% sul 2021), dietro a Gran Bretagna (+5,7%) e Germania (+2,6%). La Rai si distingue con riguardo alla redditività industriale: nel 2022 l’ebit margin della TV pubblica italiana si è attestato al 2,5% (-1,1% sul 2021), davanti all’1,7% della Spagna, mentre Francia e Regno Unito sono in territorio negativo (pari, rispettivamente, al -1,5% e -2,4%). Analizzando i ricavi delle principali emittenti pubbliche europee emerge la bassa incidenza del canone per la tv di Stato e l’importanza che invece rivestono le produzioni di contenuti originali per il Regno Unito (generando oltre il 20% dei ricavi complessivi).

Quanto costa il canone Rai? Un confronto con i Paesi europei

Ma un dato particolarmente interessante è quello legato al canone: all’Italia spetta il più basso canone unitario fra i maggiori Paesi europei, inferiore anche alla media (0,25 euro al giorno per abbonato contro gli 0,34 medi). Molto più onerose per i contribuenti la tv pubblica tedesca (0,60 euro giornalieri) e quella britannica (0,51 euro). A livello continentale prosegue il processo di abolizione del canone, nel 2022 riscosso solo in 10 paesi europei, 37% del totale (erano circa il 50% nel 2019); l’ultima nazione ad affrancarsi dal canone è stata, nel corso del 2022, la Francia.

Nel 2023 solo 77,8 euro dei 90 (pari all’86%) sborsati da ogni abbonato sono stati incassati dalla Rai, un’incidenza anche in questo caso inferiore alla media europea (90,5%). Per il 2024 il canone unitario è stato abbassato a 70 euro, di cui la Rai prevede di incassare l’83,7% (circa 58,6 euro). Per bilanciare questa riduzione la legge di bilancio (n. 213 del 30 dicembre 2023) ha riconosciuto alla Concessionaria pubblica, limitatamente al 2024, un contributo in sostanziale compensazione pari a 413 milioni netti. L’evoluzione delle modalità di fruizione dell’offerta in ottica multi-device, dovrà necessariamente riflettersi nella modifica dei presupposti su cui poggia l’obbligatorietà del canone, in Italia ancora legati al possesso di un apparecchio televisivo.