Il sindaco di Rozzano: «Vogliamo lo stadio Inter: i no di Pd e M5S sono ideologici»

Gianni Ferretti De Luca corre per il suo secondo mandato. Ma deve scontrarsi con le opposizioni contrarie alla possibile costruzione del nuovo impianto nerazzurro.

Rozzano nuovo sindaco

L’8 e 9 giugno in moltissimi comuni italiani si andrà alle urne per scegliere il futuro sindaco. Fra questi c’è anche Rozzano, in cui il dibattito politico si è concentrato anche sulla possibilità che il territorio comunale possa ospitare fra qualche anno lo stadio dell’Inter.

La possibilità di costruire uno stadio, in attesa della decisione dell’Inter che ha un accordo con la famiglia Cabassi per i terreni che scade a gennaio 2025, è appoggiata in toto dall’attuale sindaco di centrodestra Gianni Ferretti De Luca, che si ricandiderà per un secondo mandato. Ma il primo cittadino uscente ha dovuto affrontare le critiche delle opposizioni, che promettono battaglia anche in campagna elettorale su questo tema e non solo.

«L’Inter ha appena prolungato il diritto di esclusiva sull’area e il privato non l’avrà concessa semplicemente con una pacca sulle spalle, quindi l’interesse su Rozzano rimane – ha dichiarato De Luca a Il Giornale –. Poi aspettiamo di capire cosa metterà sul tavolo a metà giugno Webuild per quanto riguardai l piano di restyling del Meazza. Da sindaco oltre che da interista, se dipendesse da me avrei già deciso, ma mi tocca aspettare». Ma come detto non tutta la politica rozzanese è d’accordo con il primo cittadino, come è stato ribadito dai suoi avversari alle prossime elezioni, Giuseppe Foglia (Partito democratico) e il giovanissimo Andrea Bonazzi (Movimento 5 Stelle).

«Io la reputo una grande opportunità dal punto di vista dell’indotto, dell’immagine, dei servizi in più che potremmo ottenere per migliorare trasporti e viabilità – ha continuato De Luca –. Pd e 5 Stelle sono contrari ideologicamente, se non arriverà lo stadio su quell’area si costruiranno comunque palazzine, alberghi, uffici, l’opzione “area a verde“ non esiste. I privati hanno diritti edificatori che risalgono al 1993. Ed è ovvio che verrebbe ripensata la viabilità a 360 gradi, dire che lasceremmo la situazione immutata creando il caos è strumentale».