Malagò: «La riforma Abodi inaccettabile: ci farà fare una figuraccia in tutto il mondo»

«Abbiamo letto il documento sui giornali e la bozza ce l’ha inviata la FIGC», ha aggiunto il numero uno del CONI.

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Giovanni Malagò (Foto: ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

«Rischiamo una figuraccia mondiale». Non usa mezzi termini il presidente del CONI Giovanni Malagò per commentare la proposta del governo, portata avanti dal ministro per lo sport Andrea Abodi, di sotituire la Covisoc con un’ente che sia sotto la responsabilità dello Stato.

Il testo, come riporta l’edizione odierna del La Repubblica, alla fine non sarà presentato oggi in Consiglio dei ministri, come inizialmente previsto per poterlo correggere. Questo prevede la nascita di un’agenzia governativa di vigilanza e controllo economico finanziario sulle società sportive professionistiche, quindi, sulla carta, di calcio e basket.

«A prescindere dal fatto di sostanza, c’è un fatto di forma: il CONI ha letto quel documento sui giornali, e poi sulle agenzie – ha commentato Malagò –. E la bozza l’ha ottenuta solo tramite la FIGC, che l’aveva ricevuta poco prima dal ministro. Mi sarei aspettato quantomeno che fosse inviata anche a noi. Come si fa a parlare di autonomia se non c’è nemmeno il rispetto della forma? Questo è il buongiorno della storia».

La preoccupazione maggiore, presente in tutte le realtà del calcio italiano, è quella di veder venire meno proprio quella autonomia del calcio italiano che è condizione necessaria per essere riconosciuta come federazione da UEFA e FIFA: «Lo dico con molta franchezza, ho seri dubbi che questo discorso possa essere accettato dagli organismi sportivi internazionali. Quindi, quantomeno, prima di prendere qualsiasi posizione a livello normativo questo va verificato. Altrimenti si rischia la figuraccia mondiale e, purtroppo, i governi italiani non sono nuovi a situazioni simili. In passato, sono state sostenute posizioni che poi sono stati costretti a modificare. Ci eravamo già passati».

Il problema tempistiche: «È un altro problema. Al 6 maggio siamo nel pieno delle iscrizioni dei campionati. La Covisoc produce la sua attività, la documentazione deve essere prodotta entro il 31 maggio, perché poi entro il 30 giugno la Covisoc deve gestire le sue dinamiche. Un decreto legge appena viene votato è immediatamente esecutivo. Se passa, da qui al 31 maggio questa agenzia dovrebbe fare nomine, scegliere le figure ed essere immediatamente operativa».

«Tutto questo fa capire il nonsenso di questa storia – ha continuato il numero uno del CONI –. Perché è paradossalmente sbagliata la forma. C’è un grosso punto interrogativo con gli organismi internazionali. E c’è questo problema di sostanza. Ma stiamo scherzando o cosa? Se avessero detto “lo affrontiamo a settembre” sarebbe stato perfetto. E tutti insieme: governo, Mef, chi ha la delega allo sport, CONI, FIGC, Federbasket e leghe. Mi permetto di dire che questo tipo di decisioni, ammesso e non concesso che siano logiche, se non vengono concordate prima, portano a situazioni non certo a favore di chi le propone. Intendo sotto il profilo del consenso».