Arbitri autonomi dalla FIGC: ecco il progetto per l'indipendenza

L’AIA sta trovando una sponda favorevole dagli stessi club di Serie A che vogliono rendersi più indipendenti dalla Federcalcio. In pieno stile Premier League.

Arbitri autonomia FIGC
(Foto: Alessandro Sabattini/Getty Images)

Da una parte la Serie A, che chiede maggiore peso nelle scelte e anche una autonomia maggiore in stile Premier League, dall’altra gli arbitri, desiderosi anche loro di avere nelle loro mani la gestione operativa e organizzativa, che al momento è sotto la gestione della FIGC.

Come riporta l’edizione odierna de La Stampa, i direttori di gara stanno trovando una sponda importante proprio dai quei club di Serie A che guardano ad un modello del calcio italiano sullo stile inglese. Le società hanno formato una squadra di tecnici della materia per capire se, e come, smarcarsi dalla Federcalcio. Ma la voglia di autonomia degli arbitri italiani parte da lontano.

Si parla di un progetto partito un anno e mezzo fa, sotto la presidenza di Alfredo Trentalange e il suo vice Duccio Baglioni. I due affidarono ad Harpalis, società di professionisti con oltre 25 studi di avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro, il mandato per capire se fosse possibile arrivare al traguardo. La risposta è stata positiva: non ci sono ostacoli normativi al dotarsi di una propria autonomia giuridica, amministrativa e finanziaria.

Si tratterebbe di un AIA come ente privato e con la possibilità di gestire le entrate dai suoi sponsor (oltre alle risorse dal CONI e Sport e Salute che continuerebbero ad arrivare), l’utilizzo dei direttori di gara all’estero, il loro sfruttamento dei diritti di immagine. Un rivoluzione che guarda, soprattutto, alla base: i rimborsi spese potrebbero essere superati da piccoli contratti, le sezioni sul territorio – presto Associazioni sportive dilettantistiche – sarebbero guidate non solo con spirito di volontariato.