Premier, stop alle penalità: si pensa a una “luxury tax” per violazioni del FPF

L’idea è quella di evitare una limitazione degli investimenti con il rischio di penalizzazioni per i club con capacità di spesa maggiori.

Premier League luxury tax
(Foto: Catherine Ivill/Getty Images)

I club della Premier League stanno considerando l’abolizione delle penalizzazioni in classifica e l’introduzione di una “luxury tax” in caso di violazioni delle regole di sostenibilità economico-finanziaria (il cosiddetto Fair Play Finanziario inglese). Lo scrive il Daily Mail, spiegando che le pesanti penalità inflitte a Everton e Nottingham Forest – unite a un tranquillo mercato di gennaio in cui i club hanno speso poco per non rischiare sanzioni – hanno portato molti dirigenti a ritenere che le regole non siano adatte allo scopo prefissato.

Vi sono anche gravi timori che, nella sua attuale forma, le “Profit and Sustainability Rules” faranno sì che la Premier League perda punti nella corsa a mantenere il posto di migliore lega del mondo perché non sarà più in grado di permettersi i migliori giocatori con gli stipendi più alti. Sono state discusse riforme radicali tra i club e un nuovo sistema potrebbe essere votato alla riunione di fine stagione a giugno.

Si ritiene che fino a 17 dei 20 club tendano verso un cambiamento significativo. Sono 14 i club che devono essere d’accordo per far passare un cambiamento delle normative. Si ritiene che se i club vogliano investire e abbiano i soldi per farlo, non dovrebbero affrontare punizioni che potrebbero farli precipitare in Championship.

Per questo, è stata presa in considerazione una “luxury tax”, dove i club che spendono troppo sarebbero sottoposti a sanzioni economiche che aumenterebbero all’aumentare delle spese. I soldi raccolti, che potrebbero arrivare a decine di milioni di sterline, verrebbero quindi ridistribuiti ai club della Premier League che rispettano le regole. È stato discusso che alcune delle multe potrebbero persino andare in un “fondo di emergenza” per aiutare i club della English Football League in difficoltà finanziarie.

Attualmente, una tassa di questo tipo è presente nella Major League Baseball e nella National Basketball Association, le lege di baseball e di basket americane, e si riferisce all’importo speso per gli stipendi della squadra. Le altre due principali leghe sportive americane, la NFL e la National Hockey League, invece, hanno dei tetti salariali rigidi che i club non possono superare.

Anche se alcuni club vogliono che la tassa elimini totalmente la minaccia di penalizzazioni, gli addetti ai lavori della Premier League sono fermi nel sostenere che qualsiasi proposta includerebbe comunque un elemento di sanzione a livello sportivo e che sarebbe mirata più a fornire una flessibilità aggiuntiva e una zona cuscinetto.

È stato discusso anche un sistema di “ancoraggio”. È una forma di tetto salariale in cui l’importo che ogni club può spendere è direttamente correlato al monte ingaggi sostenuto dal club più povero. Quindi, se ad esempio lo Sheffield United finisse ultimo con un costo del salario annuo di 50 milioni di sterline, ogni club avrebbe un multiplo fisso di quella cifra da spendere per la stagione successiva. In caso di superamento della soglia, ci sarebbe una multa.

La situazione è complessa. Tradizionalmente i “Big Six”, entrambi i club di Manchester, Arsenal, Tottenham, Liverpool e Chelsea, tendevano a votare insieme. Tuttavia, ci sarebbe stata una sorta di piccola rivoluzione, con il Newcastle di proprietà saudita ora incluso in una specie di “Big Seven”. Si ritiene in ogni caso che delle regole per incoraggiare gli investimenti porterebbero a una lega più competitiva che aumenterebbe i livelli di interesse e tutelerebbe il futuro della Premier League.