Il Barcellona si appresta a prendere una decisione storica, rompendo l’alleanza con il partner tecnico Nike per passare all’autoproduzione delle divise da gioco, sulla falsa riga di quanto fa il Napoli dalla stagione 2021/22. L’intesa con la società statunitense dovrebbe durare fino al 30 giugno 2028, ma da tempo il Barcellona è insoddisfatto e il club si è mosso per cercare alternative al marchio di Portland.
Puma ha mostrato un forte interesse nel sostituire Nike, offrendo al Barcellona poco più di 100 milioni di euro fissi a stagione, cifra che supera i circa 85 milioni fissi all’anno che riceve da Nike. Ma esiste una terza via. Il presidente del club, Joan Laporta, l’ha annunciata qualche settimana fa in un’intervista su RAC1: la creazione di un proprio marchio.
Secondo quanto riporta il sito Sport, dopo diversi incontri infruttuosi sembra che l’opzione di autoprodurre le maglie a partire dalla prossima stagione sia quella vincente. Il Barcellona lo farebbe attraverso BLM (Barça Licensing & Merchandising), che già produce e distribuisce tutto l’abbigliamento non sportivo del club, così come altri oggetti a marchio Barça, e collaborando con una grande multinazionale che si occuperebbe della produzione e della distribuzione delle maglie.
La decisione definitiva dovrà essere presa nel corso del mese di marzo, anche se secondo fonti vicine al club, potrebbe essere presa già la prossima settimana. Il Barcellona, in questo senso, attende nuove comunicazioni dai responsabili di Nike. La società non è troppo ottimista al riguardo e non crede che Nike accetterà ciò che chiede: più soldi di quelli che riceve attualmente.
Se non ci saranno miglioramenti, il Barcellona romperà il rapporto con Nike, in una decisione storica che ha nel presidente Laporta il suo difensore più fedele. In questo caso, l’intenzione è comunque quella di avere un approccio amichevole. In caso contrario, la rottura potrebbe causare seri problemi a livello legale. Se ciò accadesse e fino a quando non ci sarà una sentenza, i revisori dei conti potrebbero obbligare il consiglio di amministrazione del club ad accantonare una somma significativa per questo progetto, cosa che creerebbe un problema nei successivi bilanci del Barcellona.