Il Tribunale Supremo spagnolo ha confermato che l’allenatore portoghese Jose Mourinho deve pagare un debito relativo alla liquidazione fiscale dell’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche per gli anni 2011 e 2012, quando era alla guida del Real Madrid. Nel 2018, il Tribunale Centrale Economico Amministrativo aveva respinto la sua richiesta relativa all’IRPF per il periodo 2010-2012, decisione che si è tradotta in una multa fiscale di 571.073 euro e un accordo di liquidazione di 881.368 euro.
Successivamente, la Corte d’Appello Nazionale ha annullato la sanzione e ha dichiarato prescritto il diritto dell’Amministrazione a determinare il debito fiscale relativo al 2010, ma ha mantenuto quelli degli anni 2011 e 2012. Mourinho ha impugnato le liquidazioni di questi due anni sostenendo che il tribunale economico aveva valutato erroneamente la tassazione relativa ai pagamenti ricevuti per la mediazione del suo contratto con il Real Madrid.
In particolare, sosteneva che tali pagamenti non potevano essere considerati suoi compensi perché non era stato provato che il club pagasse alla società Gestifute del procuratore Jorge Mendes, per suo conto, ma che fosse stato il Real Madrid a richiedere i servizi di quest’azienda e a pagare di conseguenza.
Ma ora la Sezione Contenziosa Amministrativa della Corte Suprema respinge il suo ricorso e lo obbliga a completare le liquidazioni del 2011 e del 2012 ricordando che non c’è stata ritenuta né è stato dichiarato un reddito soggetto da parte dell’allenatore su tali pagamenti, quindi non lo ha incluso nella sua dichiarazione di IRPF. E sottolinea che “non si può rimproverare all’Amministrazione Fiscale” alcuna violazione in quegli anni, poiché “nessuna mancanza di diligenza traspare nel presente caso, tanto più, tenendo conto che non è stato fino alla corrispondente qualificazione giuridica, effettuata dall’ispezione, riguardo alle somme pagate sulle quali non è stata effettuata alcuna ritenuta, che è stata constatata l’obbligazione di trattenere tali somme da parte del pagatore”.