Eredità Agnelli, il caso John Elkann: di cosa è accusato e cosa rischia

Il numero uno di Exor (la holding degli Agnelli-Elkann azionista di maggioranza tra le altre della Juventus) è finito al centro di una indagine da parte della Procura di Torino nata dall’esposto della madre Margherita.

Eredità Agnelli interrogatorio John Elkann
John Elkann (Foto: Samantha Zucchi Insidefoto)

Nella complicata saga riguardante l’eredità Agnelli, negli ultimi giorni si è aperto un nuovo capitolo di natura penale. In questa vicenda, Margherita Agnelli e i suoi tre figli – John, Lapo e Ginevra -, frutto della sua unione con Alain Elkann, si trovano coinvolti in cause civili sia in Svizzera che in Italia, con al centro lo scontro sull’eredità di Marella, moglie di Gianni Agnelli e madre della stessa Margherita.

Ma al tema legato all’eredità si è aggiunto un aspetto penale in Italia, dopo un esposto da parte di Margherita che ha portato all’apertura di una inchiesta da parte della Procura di Torino, che ha sollevato sospetti di “dichiarazione infedele” da parte di tre indagati i quali avrebbero agito in concerto. Si tratta dell’ad di Exor (la holding degli Agnelli-Elkann azionista di maggioranza tra le altre della Juventus) John Elkann, dello storico commercialista della famiglia Agnelli nonché attuale presidente della Juventus Gianluca Ferrero e di Urs Robert Von Gruenigen, amministratore designato dal tribunale svizzero per gestire l’eredità di Donna Marella durante la disputa legale.

Eredità Agnelli, di cosa è accusato John Elkann

L’esposto di Margherita sollevava questioni riguardanti presunte irregolarità negli accordi familiari per la gestione del patrimonio ereditario, compreso l’accordo tra l’avvocato Agnelli e sua moglie Marella Caracciolo. Secondo l’accordo, Margherita aveva concordato di versare una “rendita vitalizia” di circa 700 mila euro annui alla madre Marella, soldi che tuttavia, secondo i primi accertamenti della Guardia di Finanza, non comparirebbero nelle dichiarazioni dei redditi di Marella relative al 2018 e al 2019. Si parla di una cifra totale di circa 8 milioni di euro per il primo anno e 244 mila euro per il secondo, su cui non sarebbe stata pagata l’IRPEF, stimata intorno ai 3,5 milioni di euro.

Nasce quindi da qui l’iscrizione nel registro degli indagati dei tre nomi di cui sopra: Ferrero e l’amministratore svizzero sono chiamati in causa rispettivamente nel ruolo di commercialista della famiglia Agnelli e di esecutore testamentario, mentre Elkann, secondo le ipotesi fin qui della Procura, avrebbe contribuito ad agevolare la condotta mendace del commercialista.

Cosa rischia John Elkann: il reato di dichiarazione infedele

Il reato di “dichiarazione infedele” è previsto all’art. 4 D.Lgs. 74/2000. In particolare, si legge che «è punito con la reclusione da due anni a quattro anni e sei mesi chiunque, al fine di evadere le imposte sui redditi o sul valore aggiunto, indica in una delle dichiarazioni annuali relative a dette imposte elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo od elementi passivi inesistenti quando, congiuntamente:

  • l’imposta evasa è superiore, con riferimento a taluna delle singole imposte, a euro centomila;
  • l’ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all’imposizione, anche mediante indicazione di elementi passivi inesistenti, è superiore al dieci per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione, o, comunque, è superiore a euro due milioni».