Gravina: «Serie A autonoma come la Premier? È distrazione di massa»

Le parole del presidente FIGC: «Quando si lanciano questi proclami, bisogna stare attenti: non ci sono i presupposti».

Gravina plusvalenze Juventus
(Foto: Antonio Masiello/Getty Images)

Il calcio che vuole vedere nuovi orizzonti, tra la Serie A che chiede maggiore autonomia in stile Premier League e la Federcalcio che individua nella proposta della Lega un’arma di “distrazione di massa”. Sullo sfondo le riforme del pallone italiano e l’11 marzo che si avvicina, data nella quale è fissata l’assemblea straordinaria indetta dal presidente della Figc, Gabriele Gravina, per provare a togliere l’intesa tra le componenti.

“Quando si lanciano questi proclami, bisogna stare attenti, bisogna studiare – le parole di Gravina commentando la richiesta di indipendenza della A – La Premier League ha delle quote, che sono 21 per 20 club e la 21/a spetta alla federazione (che ha diritto di veto, ndr). Quindi non gliela auguro alla Serie A una situazione di questo tipo, perché non ci sono i presupposti per un’attività del genere. Noi dobbiamo concentrarci su attività che facciano bene al calcio italiano. Questa proposta è distrazione di massa”.

Per il presidente della Figc il nodo centrale, dunque, non è nemmeno il format dei campionati, ma mettere in sicurezza i conti. “Il calcio deve darsi delle regole” ha ribadito ancora il presidente della Federcalcio parlando della riforma del calcio italiano che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe però tempi lunghi (si parla della stagione 2029-30). Due, poi, sono gli asset principali sui quali investire secondo Gravina: “I vivai e le infrastrutture, in questo dobbiamo cercare investimenti concreti”.

Nel frattempo nelle prossime settimane proseguiranno i tavoli tra le componenti per arrivare a una sintesi prima dell’11 marzo con il presidente della LND, Giancarlo Abete, che individua nell’assemblea “un elemento di confronto e non di divisione del calcio”. “Ma al di là dei format dei campionati, la realtà è che le società devono essere gestite bene. Non è togliere o aggiungere un club che fa la differenza – ha proseguito Abete – Non facciamo diventare dialettica inutile la capacità di gestione delle risorse che nel nostro paese sono limitate”.