Con una strategia rapida e ben orchestrata, Camfin sta consolidando la propria presenza in Pirelli, portando la sua quota al 20% del capitale della società. Un risultato – spiega Il Sole 24 Ore – raggiunto attraverso due mosse chiave: l’acquisto di un pacchetto del 2,8% da Goldman Sachs e la revisione dell’accordo con la famiglia cinese Niù. Includendo anche il patto di consultazione con Brembo, che detiene il 6% di Pirelli, il fronte degli azionisti italiani raggiunge il 26%, posizionandosi dietro al 37% del socio cinese Sinochem. In risposta a queste novità, il titolo Pirelli ha registrato un aumento del 3% in Borsa.
Il consolidamento di Camfin – società controllata da Tronchetti Provera – in Pirelli si articola su due fronti. Da un lato, attraverso la controllata Camfin Alternative Assets, la società ha esercitato parzialmente l’autorizzazione all’acquisto di azioni proprie fino al 5%, ottenuta dal consiglio di amministrazione lo scorso settembre. Il pacchetto del 2,8% è stato acquistato da Goldman Sachs, finanziato attraverso un aumento di capitale di 125 milioni di euro, di cui 107,8 milioni a carico di Longmarch e 17,3 milioni da Camfin.
La seconda mossa prevede l’operazione attraverso Longmarch, detentrice di un pacchetto del 3,68% di Pirelli. Mtp spa, controllante di Camfin, insieme al partner cinese Mr. Niù, che è proprietario di Longmarch, ha raggiunto un accordo che concede la maggioranza dei diritti di voto di Longmarch a Mtp. Quest’ultima gestirà il pacchetto del 3,68% di azioni Pirelli da sola e, attraverso Camfin, avrà il controllo indiretto di circa il 20% di Pirelli fino al 2030.
Queste operazioni si basano sulla partnership di lunga data tra Marco Tronchetti Provera e l’imprenditore cinese Mr. Niu, e sono in linea con gli accordi sottoscritti nel 2020 tra Camfin e Longmarch, successivamente modificati a giugno 2021. Nel contesto di questa operazione, il consiglio di amministrazione di Camfin ha proposto di estendere la possibilità per gli azionisti di richiedere lo scioglimento della società dal 30 giugno 2026 al 30 giugno 2030. In caso di scioglimento, i soci non bancari saranno liquidati per cassa, mentre per Mtp, Intesa Sanpaolo e UniCredit si procederà con l’attribuzione proporzionale delle azioni Pirelli.
È importante sottolineare che rimangono invariati il patto di consultazione con Brembo sul 6% di Pirelli e il patto parasociale con China National Chemical Corporation sulla governance di Pirelli, quest’ultimo stipulato dopo l’esercizio del Golden power da parte del governo. Questa nuova struttura azionaria porterà il peso degli azionisti italiani al 26% di Pirelli, a fronte del 37% detenuto dal socio cinese Sinochem.
Questi sviluppi rappresentano un’evoluzione significativa nelle dinamiche azionarie di Pirelli, soprattutto considerando le modifiche nella governance dopo l’intervento del governo italiano con il Golden power. Il recente scioglimento del patto tra Sinochem e Silk Road Fund potrebbe indicare un cambiamento di strategia da parte del socio cinese, aprendo nuove prospettive e flessibilità nel pacchetto azionario di Pirelli. Tuttavia, il patto tricolore tra Camfin, Brembo e le banche italiane rimane un punto fermo nella stabilità azionaria di Pirelli e potrebbe giocare un ruolo chiave nella definizione di nuovi equilibri nel futuro della società.