Blocco in 30 minuti e il ruolo di Google: come funziona la piattaforma anti-pirateria

Tutto quello che c’è da sapere sul nuovo mezzo di contrasto agli streaming illegali. Fondamentale il ruolo dei motori di ricerca.

Piracy Shield codice sorgente
(Foto: Marco Luzzani/Getty Images)

La piattaforma per combattere la pirateria legata alla Serie A – “Piracy Shield”, fornita dalla Lega stessa – è pronta ad entrare in funzione, per la soddisfazione della Lega e dei broadcaster che detengono i diritti tv del campionato in Italia. Sky e DAZN si augurano così di vedere in azione i progressi fatti nella lotta agli streaming illegali, considerano anche il rinnovo dei contratti per i diritti televisivi dalla stagione 2024/25 a quella 2028/29.

Come funziona piattaforma pirateria? La delibera dell’Agcom

Ma come funzionerà la nuova piattaforma di contrasto alla pirateria? Ricordiamo che i soggetti che hanno partecipato al tavolo tecnico dell’Agcom dovranno accreditarsi entro il 31 gennaio del 2024. Nella delibera con cui l’Autirità ha definito i requisiti tecnici e operativi della piattaforma, si legge che «la legge 14 luglio 2023, n. 93, entrata in vigore l’8 agosto seguente, ha attribuito nuovi poteri all’Autorità al fine di rafforzarne le funzioni per un più efficace e tempestivo contrasto delle azioni di pirateria on line relative agli eventi trasmessi in diretta».

Sulla base di questi presupposti sono state previste «misure più efficaci per contrastare la diffusione illecita degli eventi sportivi live. La legge n. 93/2023, al pari della delibera dell’Autorità, prevede il ricorso ad una piattaforma che, attraverso un sistema machine to machine, consenta una gestione automatizzata delle segnalazioni dei titolari allo scopo di garantire una tutela tempestiva ed efficace dei diritti e, segnatamente, un intervento entro trenta minuti dalla segnalazione secondo le modalità e la procedura ivi disciplinate».

«La piattaforma è strumentale […] al fine di consentire una gestione automatizzata delle segnalazioni successive all’ordine cautelare adottato affinché i prestatori di servizi di mere conduit possano procedere alla disabilitazione dell’accesso agli indirizzi telematici oggetto della segnalazione medesima nelle tempistiche idonee ad assicurare una effettiva tutela. Nella procedura […], l’esecuzione del blocco deve avvenire entro trenta minuti dalla segnalazione».

Quanto ai soggetti cui il provvedimento di disabilitazione deve essere notificato, «la legge individua i prestatori di servizi di accesso alla rete, i soggetti gestori di motori di ricerca e, più in generale, i fornitori di servizi della società dell’informazione coinvolti a qualsiasi titolo nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali».

Come funziona piattaforma pirateria? La fase operativa

Ma come interverrà a livello operativo la piattaforma? Grazie al sistema tecnico gestito da Agcom ci sarà un miglioramento degli ordini di blocco dinamico. Questi ordinano agli specifici Isp chiamati in giudizio dal ricorrente (quindi non tutti) di inibire ai propri utenti l’accesso agli indirizzi telematici (nomi a dominio e Ip) indicati nei ricorsi, nonché successivamente a tutti gli ulteriori indirizzi segnalati, purché connessi al network illecito oggetto del ricorso.

Il nuovo sistema garantirà un provvedimento su ricorso del titolare dei diritti, emesso a seguito di valutazione giuridica degli stessi. L’autorità – spiega Il Corriere della Sera – ordinerà agli Isp di bloccare gli indirizzi segnalati nel ricorso, nonché tutti gli indirizzi che saranno segnalati dai titolari dei diritti e validati attraverso la piattaforma. Quest’ultima consentirà la gestione delle informazioni e la realizzazione di automazioni.

Le prove degli illeciti saranno messe poi a disposizione di Agcom per ogni verifica che si rendesse necessaria, previo il blocco a discrezione del singolo provider. In sintesi, il valore aggiunto della piattaforma consiste nel fatto che sarà sufficiente un ricorso a stagione sportiva, che le segnalazioni avranno ad oggetto qualsiasi nuovo indirizzo utilizzato per veicolare illecitamente i contenuti, che le segnalazioni verranno effettuate tramite una piattaforma gestita da Agcom, e saranno inclusi nella verifica fornitori di servizi Vpn e Alternative Dns, oltre alla deindicizzazione di tutti i nomi a dominio oggetto del blocco da parte dei motori di ricerca.

Come funziona piattaforma pirateria? Il ruolo di Google

Un ruolo importante in questo processo sarà svolto dai motori di ricerca. «La legge prevede che I soggetti gestori di motori di ricerca e i fornitori di servizi della società dell’informazione, nel caso in cui non siano coinvolti nell’accessibilità del sito web o dei servizi illegali, provvedono comunque ad adottare tutte le misure tecniche utili ad ostacolare la visibilità dei contenuti illeciti, tra le quali in ogni caso la deindicizzazione dai motori di ricerca di tutti i nomi di dominio oggetto degli ordini di blocco dell’Autorità ivi inclusi i nomi di dominio oggetto delle segnalazioni effettuate per il tramite della piattaforma», scrive l’Agcom.

La questione del «“delisting” dei siti/indirizzi telematici oggetto di blocco è stata oggetto di confronto con i soggetti fornitori di motori di ricerca. Pertanto, l’Autorità provvede a comunicare a tali soggetti il provvedimento cautelare […] affinché il motore di ricerca provveda alla conseguente deindicizzazione. Trattandosi di un blocco dinamico, il motore di ricerca si impegna dunque ad eseguire la deindicizzazione di tutti i siti web/indirizzi telematici oggetto delle successive segnalazioni che possono essere comunicati anche dai titolari dei diritti accreditati alla piattaforma».

A tal proposito «Google ha condiviso una modalità procedurale per la comunicazione dell’elenco dei blocchi e la Società si è altresì impegnata per la rimozione tempestiva di tutte le pubblicità che non rispettano le policy della società, avuto particolare riguardo a quelle che investono la promozione di siti pirata riferiti ad eventi sportivi protetti», conclude l’Agcom.

Come funziona piattaforma pirateria? Le sanzioni per chi commette atti pirata

La piena operatività della piattaforma è dunque attesa entro il 31 gennaio del nuovo anno, con le parti in causa che si augurano possa sortire gli effetti desiderati. Gli streaming illegali alimentano una perdita per il calcio che ogni anno ammonta a circa 350 milioni di euro. Il contrasto alla pirateria è diventato così un imperativo categorico. Questi atti illegali sono passati dai 14,7 milioni nel 2017 ai quasi 41 milioni nel 2022.

Gli abbonati alle IPTV illegali sono 3 milioni, il 6% della popolazione italiana oltre i 15 anni. Un fenomeno che non riguarda solo i giovanissimi, ma tutti. La pirateria è attualmente un reato che viene punito con la reclusione da sei mesi a tre anni per chi fornisce i segnali per la trasmissione e con una multa da 2.500 a 15mila euro.

Anche gli utenti finali, ovvero coloro che guardano illegalmente eventi sportivi o film con il pezzotto e/o i siti pirata, rischiano sanzioni amministrative da 1.032 euro fino a 5.000 euro.