Non ci sarà il rumore assordante di 30mila fischietti ad accendere la sfida tra Inter e Roma, che vedrà il ritorno di Romelu Lukaku a San Siro dopo il “tradimento” estivo nei confronti del club nerazzurro. A deciderlo è stato il questore di Milano, Giuseppe Petronzi, nel pomeriggio di ieri alla fine di una giornata convulsa tra riunioni, pareri incrociati e mail ufficiali rimbalzate tra Roma e Milano.
La decisione di distribuire così tanti fischietti arriva da lontano (era stata annunciata già da un mese), ma con il passare dei giorni il tam tam era montato: molti che magari non avrebbero avuto accesso alla dotazione della curva probabilmente si sarebbero “armati” in autonomia facendo crescere la cifra ben oltre 30mila.
Perché non ci sono i fischietti per Lukaku? L’apertura iniziale
E, invece, niente accesso per nessuno: i controlli – scrive La Gazzetta dello Sport – saranno più rigidi del solito all’ingresso per evitare che venga introdotto questo oggetto. L’atmosfera ha portato a una scelta definita prudente: meglio evitare qualsiasi miccia supplementare che accenda ancora di più gli animi, fanno sapere dalla questura.
Tutto ciò nonostante l’orientamento iniziale delle istituzioni sembrasse propenso ad “aprire” all’accesso dei fischietti. Ieri si era infatti riunito il Gos, Gruppo Operativo di Sicurezza con un funzionario di polizia nominato dal questore, gli addetti alla sicurezza dei due club e i rispettivi Slo (Supporter Liaison Officer), i dirigenti che hanno il compito di tenere il contatto con la tifoseria organizzata.
Perché non ci sono i fischietti per Lukaku? La decisione
In quel contesto è stata richiesta una foto dei fischietti per verificare con non fossero di ferro (erano di plastica). A quel punto è arrivato un ok informale all’iniziativa e i 30mila oggetti sono stati scaricati, pronti per essere distribuiti prima della partita. La Roma, da parte sua, dice di non aver fatto passi ufficiali, mentre fonti istituzionali sostengono che nel pomeriggio sarebbe arrivata una Pec giallorossa alle prefetture e alle questure di Roma e Milano con in copia gli ufficiali FIGC e la procura federale.
Si sarebbe fatto riferimento alle NOIF sulla tutela dell’ordine pubblico, in base al quale vanno presi «tutti i provvedimenti idonei ad impedire che lo svolgimento della gara sia disturbato dal suono di strumenti che rechino molestia». In generale, un così alto numero di fischietti, alla lunga, avrebbe potuto creare un clima pericoloso per la gestione dell’ordine pubblico: accolta questa segnalazione, il questore avrebbe preso la decisione di vietare l’iniziativa.