La Legge di Bilancio appesa al voto di Lotito: sarà decisivo in Senato

Il presidente e proprietario della Lazio e senatore di Forza Italia è il re degli emendamenti. E’ già arrivato allo scontro con Antonio Tajani.

Lotito
(Foto: Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)

C’è un’incognita sull’approvazione della manovra, che porta il nome di Claudio Lotito. Secondo quanto riportato da La Stampa, il presidente e proprietario della Lazio e senatore di Forza Italia è il re degli emendamenti: «Basta Claudio», gli disse a brutto muso Antonio Tajani, quando per l’ennesima volta fece ballare il governo su un provvedimento.

Il voto di Lotito, insieme a quello del suo fedelissimo collega Dario Damiani, è decisivo per avere la maggioranza in commissione Bilancio di Palazzo Madama, dove comincia e finisce l’iter della Finanziaria. Lo dicono i numeri (il centrodestra ha 12 membri, l’opposizione 10) e soprattutto l’esperienza: in questo primo anno di legislatura il senatore ha dimostrato di saper difendere in maniera molto energica gli interessi dei mondi che rappresenta, primo tra tutti quello del calcio.

Al patron biancoceleste è molto vicino un altro membro della commissione Bilancio, Mario Alejandro Borghese. Ne sanno qualcosa il presidente della commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, preso a male parole per non aver tenuto in sufficiente considerazione il calcio nel disegno di legge sulla pirateria, o il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, al quale Lotito ha rinfacciato di aver bocciato un emendamento che avrebbe consentito un beneficio fiscale alla Lazio.

Qualche mese prima Lotito aveva ottenuto lo spalma debiti per le società, vincendo le resistenze del ministero dell’Economia. Il presidente è sempre presente, o meglio, quasi sempre: a giugno la sua assenza e quella di Damiani mandarono sotto il governo sul dl Lavoro. Il timore è che questo rischio possa ripresentarsi.