Meta sta valutando di offrire ai suoi utenti europei la possibilita’ di usufruire di Instagram o Facebook sui loro cellulari senza pubblicita’ con un pagamento mensile di 14 dollari al mese.
È quanto riporta il Wall Street Journal secondo cui la piattaforma intende far pagare gli europei per i loro account se non accettano di permettere all’azienda di utilizzare la loro attività digitale per personalizzare gli annunci. La proposta è una mossa strategica da parte di Meta per rispondere alle norme dell’Unione Europea che minacciano di limitare la sua capacita’ di mostrare annunci personalizzati agli utenti senza chiedere prima il consenso mettendo a rischio la sua principale fonte di ricavi.
Meta, società sotto il contro del miliardario Mark Zuckerberg, starebbe valutando di adottare il modello “Pay for your Rights”, che prevede che gli utenti europei dei due social debbano pagare una quota annuale di 160 euro all’anno, divisi in 12 mensilità, se non accettano di rinunciare al loro diritto fondamentale alla privacy.
Questa decisione fa seguito al contenzioso avviato dall’European Centre for Digital Rights (NOYB), in cui il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) ha dichiarato illegale il precedente “bypass del consenso” di Meta. La Corte di giustizia dell’Unione europea ha successivamente confermato la posizione del Comitato nella causa in questione. Ciò significa che l’uso dei dati personali da parte di Meta è stato illegale nell’UE, almeno tra il 2018 e il 2023.
Per il suo approccio, Meta, attraverso i suoi legali, sembra fare affidamento su sei parole in una sentenza che ne presenta in totale 18.548 e che è stata pronunciata all’inizio di quest’anno, che ha rilevato che l’approccio di Meta al regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) dal 2018 era illegale. Sebbene la sentenza abbia costantemente ritenuto illegali tutti gli attuali approcci di Meta volti ad avere una “base giuridica” per il trattamento ai sensi dell’articolo 6 del GDPR, nella sentenza è stata inserita una piccola frase al paragrafo 150, in cui si afferma che deve esserci un’alternativa a annunci «se necessario per una tariffa adeguata».
Proprio queste sei parole, a quanto sembra, sono la base sui cui Meta si basi per introdurre una tassa di 160 euro all’anno se gli utenti non vogliono acconsentire allo sfruttamento dei propri dati personali. Queste sei parole sono un cosiddetto “orbiter dictum”, una considerazione aggiuntiva da parte di un tribunale che non è direttamente correlata al caso e in genere non è vincolante. In generale, solo il “mantenimento” delle sentenze della CGUE è vincolante. Non è quindi chiaro se la CGUE manterrà queste sei parole quando il nuovo approccio di Meta raggiungerà la stessa CGUE.
Meta ha comunicato ai regolatori di sperare di lanciare il piano nei prossimi mesi per gli utenti europei. Darebbe agli utenti la scelta tra continuare ad accedere a Instagram e Facebook gratuitamente con annunci personalizzati o pagare per versioni dei servizi senza alcun annuncio. In base al piano, Meta mira ad addebitare agli utenti circa 10 euro al mese per utilizzo da desktop e circa 6 euro per ogni account aggiuntivo collegato. Sui dispositivi mobili il prezzo salirebbe a circa 13 euro al mese perché Meta terrebbe conto delle commissioni addebitate dagli app store di Apple e Google sui pagamenti in-app.
A proposito delle indiscrezioni su possibili novità in tal senso, un portavoce di Meta ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Meta crede nel valore dei servizi gratuiti supportati da annunci personalizzati. Tuttavia, continuiamo a valutare opzioni che garantiscano la conformità ai requisiti regolatori in continua evoluzione. Al momento non abbiamo ulteriori informazioni da condividere».