Inquirenti e investigatori dovranno verificare, attraverso le analisi di tutte le telecamere della zona e con la raccolta di testimonianze, se e in che modo abbia tentato di entrare nella sede di Sky a Rogoredo, quartiere alla periferia sud di Milano, Giovanni Sala, 34 anni, morto nella notte tra sabato e domenica scorsa, dopo l’intervento di due guardie giurate, una delle quali lo avrebbe bloccato a terra con un ginocchio appoggiato sulla sua schiena. E si dovrà valutare pure se quell’intervento di contenimento abbia o meno violato regole di prudenza per casi del genere.
Sono questi i punti centrali dell’inchiesta, condotta dalla Squadra mobile e coordinata dal pm di Milano Alessandro Gobbis, che vede indagati i due vigilantes per omicidio colposo. Decisiva per chiarire le cause della morte, e anche l’eventuale correlazione con l’azione delle guardie, sarà l’autopsia fissata per venerdì e che comprenderà anche le analisi tossicologiche.
Al momento, dai primi esiti medico legali risulta che l’uomo, nato a Palermo e residente a Germignaga (Varese), avesse assunto cocaina e cannabis e che frequentasse un luogo di spaccio là vicino, il cosiddetto ‘bosco della droga’ di Rogoredo. Al momento, da una prima analisi del cadavere non sono emersi segni di ferite. Pare, poi, che con alcune dichiarazioni subito dopo i fatti, i due vigilantes abbiano tentato di minimizzare la loro azione di contenimento.
Le indagini dovranno chiarire se il 34enne avesse provato ad entrare nella sede dell’emittente televisiva e in che modo, anche perché quando le due guardie sono intervenute, bloccandolo a terra, l’uomo, di corporatura normale stando a quanto riferito, era vicino a delle strisce pedonali della strada davanti alla sede di Sky. Pare che in quegli istanti l’uomo non rappresentasse un pericolo reale.
Le indagini dovranno chiarire se le due guardie si siano attenute a regole di generale prudenza nel loro intervento, pur non essendoci protocolli specifici. A bloccare a terra Giovanni Sala è stata la guardia giurata più giovane (46 anni) e più corpulenta. Entrambe (l’altra ha 64 anni) riceveranno tra oggi e domani gli atti con la fissazione dell’autopsia e potranno, attraverso i loro legali, nominare dei consulenti. Se dagli esami autoptici dovesse emergere che la morte è avvenuta per asfissia, si dovrebbe poi valutare anche in che condizioni fisiche fosse e quanto abbia influito l’assunzione di droga.