Continua a tenere banco il caso delle dimissioni di Roberto Mancini da Ct della Nazionale. Il tecnico di Jesi ha dato la sua versione dei fatti, facendo riferimento soprattutto alla mancanza di fiducia da parte della Federcalcio e del presidente Gabriele Gravina e al cambiamento in blocco del suo staff. Ma qualcosa – scrive La Gazzetta dello Sport – sembra non tornare.
L’8 agosto, la moglie (e legale) di Mancini Silvia Fortini, invia un messaggio a Gravina per chiedere di modificare il contratto eliminando la clausola risolutiva in caso di mancata qualificazione all’Europeo. La parola staff non compare, ci si limita a fare riferimento alle novità dell’ultimo mese, tra cui la nomina del Ct a coordinatore unico delle Nazionali U21 e 20.
Quello che invece viene scritto chiaramente è la clausola che prevede la rescissione del contratto del tecnico se non si andasse a EURO 2024, questione che appare centrale per l’allenatore. L’ipotesi è che alla base di una richiesta tanto importante da portare Mancini a queste improvvise dimissioni, ci possa essere stato anche il desiderio di tutelarsi nel caso in cui l’avventura degli azzurri finisse ancor prima di cominciare.
Gravina aveva dato fiducia a Mancini dopo il fallimento di Qatar 2022, ma ora aveva deciso che se l’Italia avesse mancato un’altra volta l’obiettivo qualificazione, il Ct sarebbe stato sostituito. Togliere la clausola ora per il presidente non aveva senso, anche perché a brevissimo la Nazionale avrebbe avuto un quadro più chiaro del suo cammino.
La FIGC ora valuta di fare causa a Mancini, perché il contratto che aveva firmato con la Federcalcio non prevede clausole o cavilli che gli consentissero di liberarsi a zero, a dispetto tra l’altro di quanto detto due giorni fa da De Laurentiis. Se in un primo momento in via Allegri, anche per gratitudine per gli anni passati insieme, si era scelto di non procedere con azioni legali contro l’ex Ct, adesso l’ipotesi viene seriamente presa in considerazione.