«Per quanto riguarda l’area esterna allo stadio Franchi siamo disponibili a un cambio di destinazione d’uso eliminando l’hotel e gli spazi commerciali e mettendo in moto funzioni utili al quartiere, così da valorizzare ancor di più le attività commerciali dello stadio. Presto incontrerò i cittadini, ho ascoltato le loro proposte e adesso cambieremo la destinazione all’interno del piano operativo comunale».
Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha ribadito così l’ultima idea sul fronte del nuovo stadio Artemio Franchi: eliminare dal progetto originario l’hotel e il centro commerciale, favorire ancora di più il green nel quartiere nell’area dietro la maratona e dei campini e – scrive l’edizione fiorentina de La Repubblica – condensare ristoranti, aree commerciali e fonti di introito all’interno del nuovo stadio.
Una mossa pensata in primo luogo per venire incontro alle richieste dei cittadini. Ma oltre a questo aspetto, condensare tutte le attività commerciali sul nuovo Franchi potrebbe essere utile anche come segnale distensivo nei confronti di Rocco Commisso e della sua Fiorentina. Per quanto la società viola abbia ribadito che sul fronte stadio la partita è chiusa, per Palazzo Vecchio proporre un nuovo Franchi vivibile sette giorni a settimana, con ristoranti, negozi e altre attività gestite dai viola rappresenterebbe un’opportunità verso quel concetto di stadio di proprietà richiesto dal club.
La dirigenza attende il progetto definitivo per valutare bene pro e contro ma è indubbio che il controllo dello stadio anche da un punto di vista economico era uno dei paletti messi sul tavolo della trattativa. Commisso non era entusiasta di un hotel e di un centro commerciale a ridosso dello stadio, elementi che avrebbero svalutato le attività interne. Poterle organizzare in proprio in maniera esclusiva e guadagnarci sarebbe una svolta importante.