Nel 2020 la contribuzione fiscale e previdenziale aggregata del calcio professionistico italiano supera gli 1,3 miliardi di euro, dato in decremento del 10,8% rispetto al 2019. È questo il quadro che emerge dal ReportCalcio 2023, lo studio annuale sullo stato di salute del calcio italiano realizzato dal Centro Studi FIGC insieme a PWC e Ares.
La voce con l’incidenza più alta continua a riguardare le ritenute Irpef, che pesano per il 51% del totale (rispetto al 54% del 2019), con un dato pari a 669,9 milioni di euro, in decremento del 16% rispetto al 2019, in considerazione principalmente del decremento del reddito da lavoro dipendente, passato dagli oltre 1,9 miliardi di euro del 2019 agli 1,6 miliardi del 2020 (-15,3%), mentre il numero di contribuenti rimane sostanzialmente allineato al 2019 (12.065 in confronto a 12.055).
Il numero di lavoratori dipendenti con redditi superiori a 200.000 euro raggiunge quota 1.079, in decremento rispetto ai 1.150 del 2019 (dato record tra quelli registrati a partire dal 2006). Nel 2020, le altre principali tipologie di contribuzione riguardano il gettito erariale derivante dalle scommesse sul calcio (253,1 milioni di euro), l’Iva (182,4 milioni) e la contribuzione previdenziale Inps (156,5 milioni), mentre l’Irap e l’Ires presentano delle incidenze meno marcate (con dati pari rispettivamente a 43,1 e a 11,8 milioni di euro).
Nonostante il decremento a cui si è assistito nel 2020, il calcio continua a rappresentare per distacco il principale sistema sportivo dal punto di vista del contributo fiscale; in termini aggregati, tra il 2006 e il 2020 la contribuzione fiscale e previdenziale totale prodotta dal sistema professionistico italiano ammonta ad oltre 16,8 miliardi di euro, di cui il 68% prodotto dalla Serie A (11,4 miliardi), il 12% dalla Serie B (2 miliardi), il 5% dalla Serie C (910 milioni) ed il restante 15% dalle scommesse sul calcio (2,5 miliardi). Rispetto alle oltre 50.000 società ed enti presenti nel sistema sportivo italiano, i 99 club di calcio professionistico nel 2020 incidono da soli per il 73,1% della contribuzione complessivamente generata dal comparto sportivo italiano, l’incidenza record tra quelle registrate dal 2015.
Il calcio italiano, attraverso il totocalcio, ha finanziato lo sport del nostro Paese dal 1948 al 2003, generando circa 19,5 miliardi di euro per il CONI e altri 19,5 miliardi per l’erario, contribuendo così alla conquista di 422 medaglie olimpiche in quei 55 anni.
Tra il 2006 e il 2020, per ogni euro «investito» dal Governo italiano nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a € 18,9 (dato dal rapporto tra la contribuzione fiscale e previdenziale generata dal calcio professionistico italiano nei 15 anni considerati, pari ad oltre € 16,8 miliardi, e i contributi erogati da CONI / Sport e Salute alla FIGC nel medesimo periodo, pari a € 891,6 milioni).
Inoltre, l’analisi conferma una leggera crescita dell‘impatto del Sistema Calcio ed evidenzia alcuni cambiamenti importanti dei tassi di variazione rispetto al 2021. Il 2022 registra in aggregato una spesa diretta lorda in crescita di circa 36 milioni di euro (+0,6%) a cui corrisponde un impatto sul PIL di 11,1 miliardi di euro (pari allo 0,63%), valore che supera i livelli pre-pandemia.