San Siro, ora il Comune attende il passo indietro ufficiale di Inter e Milan

A settembre il progetto congiunto compirà quattro anni, ma le due società sembrano ormai pronte a intraprendere strade diverse, e separate, dall’idea di uno stadio condiviso presentata nel settembre del 2019.

progetto san siro

Inter e Milan procedono spedite verso un nuovo impianto di proprietà in solitaria, con i rossoneri leggermente più avanti avendo comprato la società che ha già ottenuto il diritto di costruire sull’area San Francesco di San Donato, e dall’altra parte ecco arrivare la nota del Comune che comunica l’imminente decisione della Sovrintendenza di apporre il vincolo sul secondo anello di San Siro che diventa quindi intoccabile, e perciò l’impianto non può essere abbattuto. Questo era un punto cardine del progetto del nuovo Meazza delle due società.

Come riporta l’edizione odierna de Il Giorno, ora il Comune è in una posizione di attesa, come del resto lo è da mesi, ma attende una presa di posizione decisa delle due società. Più che altro che queste comunichino ufficialmente la rinuncia al progetto congiunto nell’area di San Siro, presentato nel 2019 la prima volta, che senza abbattimento del vecchio impianto diventa impossibile da percorrere.

Nei prossimi mesi si ci può aspettare un pressing deciso del Comune sui due club per sapere la loro posizione definitiva, visto che devono essere loro a presentare un documento ufficiale che attesti l’abbandono del progetto di costruire un nuovo impianto nell’area parcheggi di fianco all’attuale Meazza e poi l’abbattimento di quest’ultimo per lasciar spazio a un’area commerciale e sportiva.

Intanto a settembre il progetto di Inter e Milan compirà quattro anni e forse a oggi non si è mai stati così vicini a vederlo decadere. «Ci auguriamo che il buon senso prevalga – ha dichiarato Marco Accornero, segretario generale di Unione Artigiani -, altrimenti serve mettere immediatamente in campo una task force per reinventare il futuro di San Siro. La scelta del sovrintendente salva San Siro ma rischia di trasformarlo in una cattedrale nel deserto e produrrà effetti negativi a cascata. Lo stop al nuovo stadio compromette oltre un miliardo di investimenti privati e cancella tutto l’indotto, oltre ad addossare al Comune di Milano 10 milioni di euro l’anno di costi di manutenzione del Meazza senza introiti certi. Se a questo punto Milan e Inter, come già annunciato, vorranno costruire i loro nuovi stadi a San Donato e Rozzano, avremo anche la beffa di ritrovarci con un ulteriore gigantesco consumo di suolo tra impianti sportivi, parcheggi e viabilità di accesso».