Mafia, il procuratore di Milano: «Infiltrazioni nelle tifoserie calcistiche»

Da alcune attività di indagine è emersa «l’esistenza di rapporti non occasionali tra esponenti delle tifoserie organizzate di squadre di calcio e soggetti appartenenti ad associazioni di stampo mafioso e tra tifoserie e gruppi eversivi».

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Polizia fuori da San Siro (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP via Getty Images)

“Alcune indagini hanno documentato l’esistenza di rapporti non occasionali non solo tra esponenti delle tifoserie organizzate delle squadre di calcio e soggetti appartenenti ad organizzazioni di tipo mafioso, ma anche tra esponenti delle tifoserie ed appartenenti a gruppi eversivi: ci sono profili di infiltrazione delle tifoserie, in casi limitati delle stesse società, che favoriscono forme di controllo concreto del territorio ad esempio su parcheggi, biglietti, attività di ristorazione”. Lo ha sottolineato il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano, Marcello Viola, nel corso di una audizione in commissione antimafia. “La procura nazionale antimafia ha aperto un tavolo su questo punto – ha ricordato Viola – si tratta di un fenomeno non nuovo, ma da monitorare con particolare attenzione visto che il calcio attira interessi di varia natura della criminalità organizzata”.

In generale, in Lombardia “assistiamo a un fenomeno di ‘colonizzazione’ della ‘ndrangheta” che, anche se da un lato ha ancora come principale fonte di reddito il narcotraffico, dall’altro ha subito “una mutazione genetica” con le infiltrazioni nel settore economico-finanziario e nel mondo dell’impresa, ha poi spiegato il procuratore di Milano Marcello Viola. Aggiungendo che sul territorio lombardo operano “tutte le mafie ma la ‘ndrangheta è prevalente”. Nel distetto della corte d’appello le “locali individuate sono 25 e hanno collegamenti” con quelle omologhe in Calabria il che “conferma l’unitarietà” della associazione mafiosa.

Il procuratore Viola, che ha parlato di un quadro “meritevole di attenzione e allarmante”, pur sottolineando che ancora “l’attività prevalente è quella del commercio delle sostanze stupefacenti”, ha aggiunto che “è significativo il numero di procedimenti iscritti per reati economico finanziari”. Procedimenti a cui si aggiungono quelli che si occupando del contrasto allo “sfruttamento dei lavoratori”. All’audizione hanno partecipato anche l’aggiunto Alessandra Dolci e il pm Paolo Storari, titolare dei più importanti fascicoli sullo sfruttamento dei lavoratori con al centro le cooperative che offrono alle imprese mano d’opera, “molto spesso in mano alla criminalità organizzata”.