Un triennale da quasi 20 milioni a stagione (sino a 30 coi bonus) rompe gli ultimi indugi di Milinkovic-Savic allo sbarco nel deserto. Poco più di 40 milioni per il cartellino spalancano agli arabi le porte della Lazio. Sergej non aspetta più la Juve e dice sì all’Al-Hilal in un batter d’occhio. Lotito – scrive Il Messaggero – accetta l’offerta, ma esclude le elevate commissioni dell’agente Kezman sul proprio conto.
«Ci penseranno gli arabi a quelle, hanno già vinto col denaro. Io non lo avrei venduto, gli ho offerto il prolungamento a quasi 6 milioni (con i bonus, ndr), ha scelto Sergej il suo futuro», dice il patron della Lazio. L’addio di Milinkovic può rappresentare la svolta del mercato biancoceleste, che proprio da lì otterrà risorse fresche da reinvestire.
Nel pieno della carriera, a 28 anni, Milinkovic decide così di raggiungere Koulibaly e Ruben Neves all’Al-Hilal, rinunciando al salto sportivo e al palcoscenico Champions: «Sono scelte di vita, io questa non l’avrei fatta assicura Lotito ma evidentemente i 18 milioni a stagione sono il suo stimolo. Mi ha telefonato pregandomi di lasciarlo andare. Io ho provato più volte a convincerlo a restare, sino all’ultimo ho cercato di trattenerlo, ero disponibile a rinnovare il suo contratto e ad incrementarlo, ma Sergej mi diceva che voleva cambiare aria dopo otto anni di Lazio».
Persino il presidente sembra sorpreso dalla decisione del serbo: «I rapporti con lui sono sempre stati ottimi. Inizialmente pensavo fosse un problema di testa, ma se uno vuole andare in Arabia, le motivazioni sono solo i soldi, non può esserci altro. L’offerta dell’Al-Hilal è più bassa di 50 milioni. Se avessi aspettato quella giusta, non lo avrei mai ceduto, ma io mantengo sempre le promesse e avevo preso un impegno con il ragazzo che avrei accettato la proposta minima per il suo cartellino».
E pensare che Lotito avrebbe potuto cederlo al Milan a tutt’altre cifre nel 2018: «È vero, decisi di rifiutare un’offerta di Galliani da 140 milioni. Erano 60 subito e altri 80, pagabili in 5 anni con la Champions. Non me ne sono pentito». Un lapsus quello del patron biancoceleste, perché nel 2018 Galliani era già andato via dal Milan e a tentare l’affondo per il giocatore fu l’accoppiata Mirabelli-Fassone.