Sport, tv, moda e famiglia: i figli di Berlusconi tra l’attesa del testamento e il futuro di Fininvest

In attesa dell’apertura del testamento, i ruoli dei figli di Berlusconi si sono delineati diversamente nel corso degli ultimi anni nella gestione dell’impero.

La Russa holding Berlusconi
(Foto: ALBERTO LINGRIA/AFP via Getty Images)

Uno degli ultimi pranzi di famiglia in casa Berlusconi, con Silvio ancora convalescente, era passato in un clima leggero, tra buonumore e anche qualche barzelletta. Ora dopo la scomparsa del capostipite, i rapporti tra i figli tornano di attualità, in attesa di scoprire cosa sarà contenuto nel testamento del fondatore e principale azionista di Fininvest, la holding attraverso cui sono gestiti i gioielli dell’impero.

Come ricostruisce Repubblica, ora tutto ruota intorno ai cinque fratelli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi. Cinque figli ma due rami per la discendenza, di fatto, considerando le due madri diverse: Marina e Pier Silvio da una parte, Barbara, Eleonora e Luigi dall’altra.

Rami diverse ma anche storie diverse, considerando che i primi due hanno da anni un ruolo di vertice nelle aziende di famiglia: lei alla guida di Mondadori e al vertice della finanziaria di casa Fininvest, lui al timone di Mediaset. Probabilmente, prosegue il quotidiano, si tratta anche di un riflesso delle decisioni pesante prese nei confronti dei primi due figli, come quelle degli studi blindati e della mancata laurea. Formazione diversa, invece per i tre figli di Berlusconi e Veronica Lario, che hanno concluso i loro studi chi alla Bocconi, chi in un’università Usa, chi all’Università San Raffaele, ma nessun vero ruolo nelle aziende finora.

Difficile che qualcosa cambi con l’apertura del testamento, anche se resta il tema del potere: oggi Marina e Pier Silvio hanno il 7,65% ciascuno di Fininvest, gli altri tre figli ne controllano assieme il 21,4%. Il testamento di Silvio Berlusconi, che comprende il suo 61,2% di Fininvest, potrebbe influire significativamente sulla divisione delle quote e sul futuro dell’azienda. Se questo 61,2% fosse suddiviso in parti uguali tra i cinque eredi, Barbara, Eleonora e Luigi avrebbero la maggioranza di Fininvest, ottenendo poco più del 12% ciascuno. Tuttavia, se il testamento stabilisse una divisione diversa, con due terzi di quella percentuale suddivisa in parti uguali e il terzo restante ripartito in altro modo, la situazione potrebbe cambiare notevolmente. In tal caso, gli equilibri di potere all’interno della famiglia e di Fininvest sarebbero influenzati da questa suddivisione diversa.

Tra i cinque eredi, il più simile a Silvio secondo molti sarebbe il secondogenito, Pier Silvio. Appassionato di fitness e running con una routine di allenamenti e diete proteiche rigorose, in azienda è visto come un gran lavoratore, come dimostrato anche dal messaggio mandato ai dipendenti Mediaset poche ore dopo il funerale del padre. «Da domani, però, noi facciamo un click e torniamo a essere un’azienda viva, piena di energia e forza, come è stata tutta la vita».

Anche se secondo alcuni la primogenita Marina, invece, è la vera “delfina”, tanto che qualcuno la chiamava scherzosamente “Silvia”, tanto era simbiotico il rapporto col padre. Tra le persone di fiducia della prima figlia di Silvio c’è anche Teresina, una maga a cui si affidano anche tanti vip, che interpella prima di prendere decisioni importanti. La guida di Fininvest, in termini di presidenza, è nelle sue mani, così come quella di Mondadori.

Poi ci sono i tre figli avuti con la seconda moglie Veronica Lario. A partire da Barbara, considerata la “ribelle”, che nel 2013 era stata affiancata ad Adriano Galliani alla guida del Milan, una scelta che portò lo storico braccio destro di Berlusconi alle dimissioni, poi rientrate.

Eleonora, al contrario, si è tenuta ben lontana dalle uscite e dai ruoli pubblici, zero voci e zero rumors. «Si fa i fatti suoi, la sua vita è la sua vita, ama il mare e stare con i figli», racconta chi l’ha vista crescere a villa Belvedere a Macherio, tanto da essere l’unica a non sedere nel cda Fininvest.

Infine, Luigi soprannominato dal padre “il pretino”, studi alla Bocconi e poi in incognito l’ingresso a JP Morgan. Anche perché nel frattempo la passione per il Milan è venuta meno, facendogli preferire quella per gli affari, in stile berlusconiano tanto da far indicare a molti lui come vero erede seppur non subito. «Sono grato a mio padre per tutto, ma voglio dimostrare le mie capacità», ripeteva qualche anno fa. Luigi ha poi gradualmente assunto un ruolo importante nella gestione degli affari di famiglia, tanto che anche Barbara ed Eleonora riconoscono la sua centralità. Tuttavia, l’entità esatta di questo ruolo sarà presto rivelata.