Stop agli scambi sul nichel, Elliott contro LME: il fondo chiede oltre 400 mln

Si consumerà questa settimana lo scontro tra il fondo statunitense e il London Metal Exchange sui fatti che risalgono all’8 marzo del 2022.

Elliott scontro Blue Skye
Il numero uno del fondo Elliott, Paul Singer (Foto: Thos Robinson/Getty Images for New York Times)

Elliott Associates ha accusato il London Metal Exchange di aver affrettato la decisione di annullare migliaia di scambi di nichel l’anno scorso. L’accusa – secondo quanto riportato dal Financial Times – arriva nell’ambito di un caso giudiziario che deciderà se l’hedge fund statunitense di Paul Singer (che fino allo scorso anno controllava la maggioranza del Milan) potrà chiedere un risarcimento di 456 milioni di dollari (417 milioni di euro al cambio attuale).

Il processo di tre giorni presso la Royal Court of Justice di Londra cercherà di determinare se la LME abbia agito legalmente quando ha cancellato miliardi di dollari di scambi di nichel l’8 marzo dello scorso anno. Il caso creerà un precedente che potrebbe avere conseguenze per altri mercati finanziari e per il ruolo di Londra come hub per il commercio di materie prime.

Getterà inoltre le basi per diversi altri casi simili che sono stati intentati contro la LME in relazione alla sua gestione della crisi del mercato del nichel. L’insolita decisione della LME di “tornare indietro nel tempo” su otto ore di scambi di nichel l’8 marzo è arrivata dopo che i prezzi del nichel sono aumentati del 270% in tre giorni di negoziazione, innescando richieste di margini infragiornaliere record per circa 7 miliardi di dollari in un solo giorno, il 7 marzo.

Elliott e la market maker Jane Street Global Trading sostengono che la LME abbia violato i loro diritti annullando i contratti sul nichel, presumibilmente privandoli dei loro beni, e chiedono un risarcimento combinato di 470 milioni di dollari. I ricorrenti affermano che l’amministratore delegato di LME, Matt Chamberlain, non si è consultato a sufficienza con i propri comitati e partecipanti al mercato prima di prendere la decisione di tornare indietro nel tempo.

 

In sua difesa, la LME ha affermato che Chamberlain ha consultato l’alta dirigenza della LME prima della sua decisione sui traffici di nichel e che due dozzine di alti dirigenti sono stati unanimi nel raccomandare la decisione. La LME afferma che le sue azioni dell’8 marzo «hanno evitato danni significativi e sistemici al mercato del nichel, nonché ad altri mercati dei metalli e dei derivati ​​più in generale». Dopo il processo di questa settimana, il giudice determinerà se le azioni della LME erano legali. Se verranno ritenute illegali, si terrà un secondo processo per quanto riguarda il livello di risarcimento del danno.