Forza Italia può sopravvivere a Silvio Berlusconi? Antonio Tajani non si è chiaramente soffermato sul tema della successione, perché non è il momento. Ma – scrive La Repubblica – prima di rientrare dagli USA per i funerali dell’ex Premier ha lasciato intendere di essere pronto a prendere in mano il testimone. «Il progetto di Berlusconi va al di là della sua vita terrena, è un progetto che noi lavoreremo per realizzare».
Appena otto giorni fa, proprio Berlusconi aveva diramato una nota ufficiale per annunciare un imminente “restyling” di Forza Italia. Con un’informale lista già sui tavoli parlamentari, che conteneva tre nomi: Alessandro Sorte e Tullio Ferrante, due fedelissimi di Marta Fascina per la gestione del partito al Nord e al Sud, Alessandro Battilocchio (uomo di Tajani) per il Centro.
Un riassetto che avrebbe dovuto prendere forma dopo un pranzo ad Arcore, saltato proprio per l’improvviso ricovero di Berlusconi. In realtà, sembrava che la manovra comunque dovesse avere un rallentamento, proprio per la mediazione di Tajani che nell’ultimo mese ha visto più volte Lucia Ronzulli e Alessandro Cattaneo (l’altro grande epurato di marzo) e che avrebbe cercato di frenare Marta Fascina, invitandola a più miti consigli.
Ma ieri, poche ore dopo l’annuncio della morte di Berlusconi, una convocazione improvvisa del comitato di presidenza da parte dell’anziano tesoriere Alfredo Messina ha seminato il panico: nell’ordine del giorno della riunione di oggi, oltre all’approvazione del rendiconto (atto previsto dalla legge), c’erano le «determinazioni in merito ai commissariamenti». Argomento poi cancellato dall’odg. Ma è un segnale, per l’opposizione interna, che la corte di Arcore stava per scatenare una nuova battaglia.
Insomma, toccherà a Tajani tentare di tenere insieme il partito. E allo stesso tempo mantenerne la guida, contenendo i malumori interni che, dall’area parlamentare, si estendono ad alcuni governatori del Sud, in particolare Renato Schifani. Ma senza un collante fortissimo come la figura di Berlusconi non è detto che tutto sarà possibile. E non è chiaro quale sarà il ruolo di Marta Fascina.
Ferrante, responsabile del tesseramento, conferma l’obiettivo di un imponente numero di adesioni (centomila) entro la fine dell’anno e nessuno ha smentito sinora la volontà di far riprendere la stagione dei congressi. La verità è che si aspettano le decisioni della famiglia. Che tutto dipenderà da quanto Marina e Pier Silvio vorranno continuare a investire sulla creatura del padre. Investire politicamente, per evitare la diaspora verso Fratelli d’Italia o verso le sirene centriste di un Terzo polo in disarmo.
Ma l’investimento cui è chiamata la famiglia è anche economico, visto che il partito è stato sorretto in questi anni da fidejussioni del Cavaliere pari a quasi cento milioni. Ora, con la sua morte, i creditori sono i figli. Bisognerà capire se l’intenzione sarà quella di seguire le sue orme.