Superlega: Gravina e la FIGC dietro il disgelo Juve-UEFA

C’è anche il lavoro del presidente della Federcalcio dietro il riavvicinamento tra il club e l’organismo presieduto da Aleksander Ceferin.

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(TIZIANA FABI/AFP via Getty Images)

La decisione della Juventus di fare un significativo passo verso l’uscita dal progetto Superlega con la lettera a Real Madrid e Barcellona è sicuramente una buona notizia per la UEFA. Una scelta figlia anche di una distensione nei rapporti che mancava ormai dal 2021, quando il ruolo di presidente era occupato da Andrea Agnelli e scoppiò il caso Superlega nel mese di aprile.

Non è un mistero – scrive La Gazzetta dello Sport nella sua edizione odierna – che la Federcalcio e il suo presidente Gabriele Gravina, che peraltro è anche uno dei vicepresidenti della UEFA, abbiano incoraggiato e costruito questo percorso di disgelo. Si è trattato di costruire un varco che potesse consentire un ripristino minimo di relazioni dopo anni di tempesta. Un processo che comunque ha impiegato diversi mesi per poter giungere a smuovere qualcosa.

Un disgelo che è in effetti all’inizio e che non è una sorta di trattativa clandestina. Non c’è una relazione automatica fra patteggiamento, disgelo e possibilità che la Federcalcio europea possa limitare i rischi di ulteriori sanzioni. È evidente, però, che c’è un obiettivo comune alla base di queste ultime vicende fra il giuridico e il politico-sportivo: dare un taglio a un tracciato pieno di trappole di carattere legale e politico.

Nell’interesse di tutti, certamente del club bianconero, ma anche della UEFA che non potrebbe sorridere rispetto alla prospettiva di tenere fuori a lungo dalle coppe club di questo lignaggio, ovviamente con un discorso che può essere fatto anche per il Real Madrid e il Barcellona. Inoltre, va ricordato che una battaglia a colpi di legali comporterebbe per tutti un percorso pieno di incertezze.

 

Al tempo stesso le distanze restano, e l’argomento Superlega non è del tutto scomparso, forse lo sarà con il verdetto della Corte di Giustizia dell’Unione europea, ma ora almeno il clima è decisamente diverso. E la divisione dei destini fra Agnelli e la Juventus sta diventando sempre più pronunciata. Una novità che, visti i pessimi rapporti anche personali fra Ceferin e l’ex presidente juventino, aiuta le rispettive diplomazie sportive.