Dalla cittadella dello sport ai 20mila posti, la storia dell’Eden Arena

La storia dell’impianto – costruito nel 2008 – che ospiterà la finale della UEFA Europa Conference League tra Fiorentina e West Ham.

Eden Arena capienza
(Foto: Alex Grimm/Getty Images)

ARTICOLO A CURA DI LUCA FILIDEI

Fra le infrastrutture sportive designate per ospitare le finali europee, lo stadio dedicato all’atto finale della Conference League tra Fiorentina e West Ham può rappresentare un interessante spunto non solo per la sua morfologia e capacità resiliente, ma anche per la localizzazione urbanistica particolarmente affine alle ultime tendenze in tema di impianti sportivi.

Ci troviamo in Repubblica Ceca, nel mezzo del tessuto urbano consolidato di Praga. Il Národní muzeum, il museo nazionale, è a poco più di tre km, a riprova di una posizione centralissima. È qui che si erge l’Eden Aréna, la casa dello Slavia Praga che per una notte sarà “prestata” alla Viola allenata da Vincenzo Italiano.

Inaugurato nel 2008 dopo un estenuante percorso, lo stadio, con una capienza di circa 20mila posti e già utilizzato per la Supercoppa 2013 vinta dal Bayern Monaco, è un esempio dell’annoso tema del “costruire sul costruito”, poiché la sua traccia ripercorre il sedime del precedente impianto dello Slavia, nel 2000 considerato inadatto per le partite della Czech First League, il massimo campionato di calcio della Repubblica Ceca.

La possibilità di realizzare la nuova infrastruttura sportiva nella stessa localizzazione in cui insisteva quella storica ha ovviamente condotto a degli aspetti positivi. Il primo riguarda la preservazione dell’identità. Per la tifoseria, certo – data la quantità di squadre della città – senza tralasciare la stessa Praga, splendida capitale da sempre contraddistinta da un forte simbolismo di quartiere.

E poi, in seconda battuta, oltre ad evitare il consumo di suolo, naturalmente i servizi, i collegamenti, il senso di urbanità che caratterizza l’Eden Aréna e lo spazio circostante. Campi da calcio, rugby, basket, tennis, uno di atletica, delle piscine e addirittura un’arena per l’hockey su ghiaccio arricchiscono un contesto perfettamente innestato nel disegno urbanistico della città. Una specie di “cittadella dello sport” realizzata tra complessi residenziali ad alta densità e impreziosita, almeno dal punto di vista dell’attrattività, da un grande centro commerciale.

Recentemente, per agevolare il raggiungimento dello stadio e dell’intero distretto, è stata anche ultimata una nuova stazione ferroviaria, la Praha-Eden, dotata di un collegamento diretto con l’area dell’Eden Aréna, che resta comunque facilmente raggiungibile anche con le classiche linee di autobus e tram. Degli aspetti che hanno convinto i progettisti a realizzare uno stadio dall’aspetto urbano, facilmente scambiabile lungo la via Vladivostocká con un edificio destinato a uffici o ad attività commerciali.

In effetti, sui lati nord, ovest e sud, al catino è stato integrato un volume che contiene la sede della società, il museo dello Slavia Praga, una banca, un fast food, diversi negozi e persino un hotel, similmente a quanto avviene nell’Air Albania Stadium (2019) di Tirana, caratterizzato da qualche camera che consente addirittura la vista del campo.

 

Svariate funzioni che si aggregano ai lussuosi sky box presenti nell’impianto, capaci di rendere l’Eden Aréna una struttura adattabile alle esigenze più disparate, attiva tutto l’anno indipendentemente dagli eventi sportivi e anche modello positivo dal punto di vista energetico, grazie ai numerosi pannelli fotovoltaici presenti in copertura.