«Politica e sport dialogano e vanno insieme solo spiritualmente. A parole procedono uniti, nei fatti non vedo punti di avvicinamento. Troppe le ingerenze. Da ex presidente del Coni mi aspetto che sia salvaguardata l’autonomia dello sport: non è così. Ogni volta che cambia il governo si parla di riforma dello sport. Ma è mai possibile? Io tutta ‘sta necessità non la vedo, in un settore dove contano le vittorie e la sua organizzazione». Lo ha detto il presidente della Federbasket ed ex numero uno del CONI Gianni Petrucci, intervistato dal Corriere della Sera.
«La politica ha tutto il diritto di riformare lo sport. Negli anni abbiamo avuto la legge Melandri, poi Pescante che ha corretto la Melandri, dopo Lotti, in seguito la riforma Giorgetti e adesso ci risiamo – ha proseguito -. Ricordo che ero favorevole alla riforma Giorgetti, alla cura e diffusione dello sport di base, all’impegno nella scuola, con me lo erano molti altri presidenti, ma poi con Sport e Salute si è andati in tutt’altra direzione. C’è un problema di spazi, anche pratico: non si può vivere nello stesso palazzo. È già una difficoltà: fin quando non si chiariranno ambiti e responsabilità, esisterà sempre questo dualismo».
«Per me è una sofferenza. Soffro tanto, nel vedere il Coni ridotto così. Io sono nato dipendente Coni, poi ho avuto tante esperienze da dirigente: basket, la Lega calcio, ruoli e responsabilità commissariali, la Roma, la presidenza del Coni, il ritorno al basket, si dice che io difenda il Coni, lo difenderò sempre. Era il primo comitato olimpico del mondo, è stato asfaltato. Mi spiace usare un termine così forte, ma quanto a responsabilità e ruolo è stato asfaltato, in pratica lo si limita alla preparazione olimpica. Per la mia storia e per quello che sono adesso, potrei fregarmene, ma non ce la faccio. Guido il basket, una federazione forte, autonoma, che vivrebbe anche senza finanziamento statale, ma certi atteggiamenti sono intollerabili».
«Vedo che il basket è al nono posto nella classifica della contribuzione. Ecco perché non voglio parlare di uomini, ma di criteri: si possono conoscere questi benedetti modelli attraverso i quali si concedono i finanziamenti statali. Il basket nelle statistiche mondiali è nei primi tre posti… Abodi? Formalmente i nostri rapporti sono buoni, è un galantuomo, conosce lo sport, ma io giudico gli uomini dai fatti. Lo aspetto, questione di giorni, settimane, quando deciderà la distinzione dei ruoli e delle competenze tra Coni e Sport e Salute».
«Giustizia sportiva e caso Juve? Inelegante parlarne durante procedimenti e processi. Si può riformare tutto, giusto parlarne, ma se il Coni proporrà una riforma della giustizia sportiva voterò contro. È il governo a volere la riforma, a imporla con una entrata a gamba tesa. Ritorniamo all’autonomia dello sport, pare di essere a scuola, dove i professori vengono giustamente imposti. Io adesso i professori me li voglio scegliere».
«Il mio futuro si chiamerà Salernitana? Il presidente Iervolino porterà idee innovative. Di più non dirò», ha concluso Petrucci.