Il Tribunale dichiara il fallimento della Paluani dei Campedelli

La sentenza è arrivata nei giorni scorsi quando si è constatato che l’azienda non poteva soddisfare la richiesta dei creditori di quasi 82 milioni di euro.

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Luca Campedelli (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

La Paluani Spa è fallita. L’azienda storica, fondata 102 anni fa, produttrice di pandori, panettoni e colombe di proprietà della famiglia Campedelli, che ha gestito il Chievo Verona dal 1990 da Luigi e dal 1999 fino alla 2022 da Luca, è stata dichiarata fallita, negli scorsi giorni, dal Tribunale di Verona.

Come riporta l’edizione odierna del L’Arena, lo scorso anno le attività produttive, il marchio e lo stabilimento della Paluani erano stati ceduti, per un valore di 7,6 milioni di euro, alla Sperlari, che fa parte del gruppo dolciario Katies International al termine di un’asta organizzata dalla sezione fallimentare della Mastino, conclusa nel luglio 2022. Quella in mano alla Sperlari, la Paluani 1821 Spa sta continuando con la sua attività produttiva, altro destino per la società di origine, appunto, la Paluani Spa.

Quest’ultima aveva ancora possesso di alcuni beni immobiliari che in parte nel frattempo sono stati alienati, mentre la giudice Monica Attanasio ha nominato come curatori fallimentari Matteo Creazzo e Andrea Rossi, che aveva seguito la vicenda in qualità di commissari, che hanno convocato i creditori il prossimo 23 ottobre per l’esame dello stato del passivo.

La dichiarazione, tramite sentenza, del fallimento si è resa necessaria una volta che il Tribunale ha stabilito come la Paluani, a cui sono contestate una serie di criticità, sia fallita a fronte di una richiesta da parte dei creditori di quasi 82 milioni di euro con la società che rendeva disponibile una cifra che inferiore al milione. Inoltre gli apporti di finanza da soci o amministratori per circa 1,8 milioni risultavano quasi per intero privi di garanzia. Ad aprile 2022, secondo i libri portati in Tribunale con la domanda di omologa del concordato, le banche erano esposte verso Paluani per un totale di circa 35,5 milioni. Tra gli istituti bancari, Banca Valsabbina, Banco Bpm, Bper, Caribolzano, Carige, CereaBanca, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Mps e Unicredit.